Intanto arriva una buona notizia: la Regione ha ottenuto l’esclusione dalla lista di una dodicesima struttura, la rada di Augusta, con uno “sconto” che permetterà di risparmiare 200 mila euro ogni sei mesi.
Per gli altri la strategia è sostanzialmente analoga. Alla fine di settembre, i tecnici dell’assessorato regionale ai Rifiuti sono volati a Roma per un vertice al ministero dell’Ambiente e hanno scritto ai sindaci interessati per avviare la fase 1 della soluzione del problema: le analisi delle zone messe sotto accusa dall’Europa, nella speranza che il problema si sia risolto spontaneamente, e cioè che i rifiuti non siano più inquinanti.
Dell’elenco fanno parte le ex discariche di contrada Sant’Agata a San Filippo del Mela, di contrada San Martino a Cammarata, di contrada Oliva Troiana a Racalmuto, di contrada Scalitti a Siculiana, di contrada Tumminella a Leonforte, del quartiere Campo sportivo di Augusta, di contrada Petulenti a Paternò, di contrada Zabbia a Monreale, di contrada Muricello a Mistretta, di contrada Caccione a Cerda e del quartiere Penisola Magnisi a Priolo Gargallo. Quest’ultima è l’unica discarica classificata alla voce “rifiuti pericolosi”, per la quale scatta una multa doppia, da 400 mila euro. “Per alcune discariche – spiega Calogero Gambino, il dirigente che sta seguendo la vicenda per conto dell’assessorato – contiamo di dimostrare che il problema è già stato risolto. Fra queste c’è ad esempio Racalmuto”.