Valguarnera, Comune esternalizza servizi informazione ad associazione. Assostampa trasmette atti a ufficio legale e stigmatizza comportamento sindaco

sindaco di valguarnera francesca draiaIl Consiglio regionale dell’Associazione siciliana della stampa reputa inaccettabile la decisione del Comune di Valguarnera Caropepe (Enna), che ha esternalizzato, affidando a un’associazione culturale, un “servizio per azione informativa, comunicazione istituzionale, pubblicazione attività amministrativa”, al costo di 2.500 euro all’anno tasse incluse. La determina, in sostanza, ha accolto la proposta di un’associazione culturale, che in cambio di tale cifra si è offerta, tra l’altro, di veicolare attraverso “internet e i mass media” informazioni “relative all’attività comunale”, realizzare “servizi video”, compresi di montaggio audio-video, “su avvenimenti, notizie e comunicazioni di particolare interesse per l’Ente”, inserendo pure, nell’oggetto della proposta, una “pubblicizzazione attività amministrativa”. A seguito di un dibattito l’organo consiliare del sindacato unitario dei giornalisti – che ha affrontato il tema su sollecitazione del segretario provinciale di Enna Josè Trovato – ha dato mandato alla giunta di inoltrare all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia il materiale di cui siamo in possesso, al fine di valutare la presenza, all’interno della suddetta associazione, di giornalisti iscritti all’Ordine. Gli atti del Comune di Valguarnera saranno infine trasmessi all’ufficio legale, al fine di denunciare in tutte le sedi, giudiziarie e contabili, una procedura che non tiene conto della legge 150/2000. L’Associazione siciliana della stampa stigmatizza, altresì, il comportamento del sindaco di Valguarnera, che in una lettera aperta pubblicata sul web ha attaccato i cronisti che operano in città definendoli “giornalisti di quartiere”. Inoltre ricorda che l’articolo 21 della Costituzione italiana stabilisce che “la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure” e che i giornalisti iscritti all’ordine, nell’esercizio del proprio legittimo diritto-dovere di cronaca, non accettano etichettature o espressioni ingiuriose.