Università popolare: Eroi leonfortesi

combattenti-e-reduciLeonforte. L’università popolare lunedì sera ha esaminato il monumento ai caduti di piazza IV Novembre nel ventesimo anno della presidenza Maria. La professoressa Giovanna Maria ha ricordato il 21 novembre del 1996 ed ha rievocato gli esordi del 1912, ricordando lo scopo dell’università popolare: la diffusione della culturale fra le classi meno agiate ieri e la cura della memoria locale in un panorama nazionale oggi.
Il monumento ai caduti di piazza IV Novembre nacque per commemorare i 110 morti leonfortesi della prima guerra mondiale. Sacrificio immane per una comunità rurale di ventimila persone. Momento di gloria patria per l’enfasi fascista strabordante prosopopea bellica. Il progetto prese avvio nel 1929 per volontà dell’avvocato La Marca l’allora podestà, fondatore dell’associazione “Combattenti e Reduci” a sua volta reduce della grande guerra. Il La Marca formò un comitato per lo studio del luogo e del monumento e dopo non poche ritrosie, superate solo dal lutto che legava ogni famiglia a quei 110 morti, si individuò nello slargo prospiciente il palazzo Carella la sede più opportuna per il mausoleo. Occorreva demolire la fontana del 1878 che aveva fornito l’acqua alla periferia del paese già col quarto principe, ma si pensò di recuperarne i pezzi includendoli nella nuova creazione. Il comitato incaricò l’illustre scultore Condorelli e raccolse fra i paesani la somma di venticinque mila lire, l’opera tutta sarebbe ammontata a trenta mila lire. Consegnata la scultura con i due eroi il Condorelli non potè completare il disegno iniziale portato a termine dal marmista Greco, con l’aiuto dei fratelli Mustica. L’opera fu inaugurata nel più ridondante trionfalismo littorio al suono di mille Eia Eia Alalà il quattro novembre del 1932. L’opera omaggia due figure classiche Ulisse e Achille, il primo con lo sguardo verso il futuro e il secondo con gli occhi al cielo. Il professore Nigrelli però ha chiarito il ruolo abusivamente occupato da Achille. Sulle spalle di Ulisse la classicità pone infatti Patroclo, l’amico per antonomasia. Naturalmente il fascismo prediligeva eroi non secondari e da ciò la scelta delle due figure omeriche.


Gabriella Grasso