” Questo tipo di lavoro – dice Michele , che é nato ad Enna, ma ormai da più di un ventennio risiede a Rimini – fa sì che si comprenda fattivamente che, quando si lavora in gruppo, ognuno ha una propria precisa responsabili affinché tutto riesca bene. Ogni cosa può produrre musica, che é comunque un modo altro per comunicare. E le persone che ho incontrato dentro il carcere di Enna hanno subito capito il messaggio e si sono fatti guidare, fidandosi di me” .
Michele non é nuovo ad esperienze come questa. Da oltre 7 anni sperimenta le proprietà terapeutiche dei suoi suoni in molte carceri del Nord Italia. Nato come percussionista si é sempre interessato di strumenti di manifattura popolare in qualche modo legati alle tradizioni e ai contenuti culturali dell’entroterra siciliano, sperimentando le sonorità di qualsiasi oggetto e l’originalità di semplici strumenti reperiti in tanti anni di peregrinazioni in ambito musicale.
Agli ospiti della casa circondariale ha regalato un piccolo concerto con il disco armonico che ha incantato i presenti.
“Siamo convinti che sperimentare momenti come questi, di socialità costruttiva, aiutano in un percorso di crescita personale e di futuro reinserimento” ha detto il direttore della casa circondariale Letizia Bellelli.