I fatti risalgono al 2005, allorché due genitori di questa provincia costringevano la figlia, allora quindicenne, ad avere rapporti sessuali con un anziano signore, il quale pagava le prestazioni ai due genitori; da tale relazione nacque, inoltre, un bambino.
Le indagini, condotte all’epoca dalla Squadra Mobile di Enna, hanno permesso di accertare come la ragazza fosse stata costretta ad avere tali rapporti sessuali fino al 2008, quindi per circa tre anni, e grazie all’esame del DNA è stato, inoltre, possibile accertare come il padre del bambino fosse effettivamente l’anziano.
Condannato in via definitiva con sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta nel giugno del 2016 e, già sottoposto in via provvisoria alla detenzione domiciliare a causa dell’ormai età avanzata, è stato ieri raggiunto dal provvedimento che conferma e proroga per un altro anno tale misura alternativa.
Tale ordine di esecuzione, pertanto, ieri, è stato prontamente eseguito dal personale della Squadra Mobile di Enna.