In particolare la chiusura della centralissima via Vizzini, interessata da un crollo della parte sommitale dell’ex «Hotel Raimondo», sta creando non pochi problemi alla zona antica del paese (una maglia a scacchiera tipica delle fondazioni agricole del XVI e XVII secolo) che ha come principale asse viario le vie Vizzini e Matteotti, rese a senso unico per la ristrettezza della sede stradale ed entrambe fondamentali per raggiungere il plesso scolastico Don Bosco, l’Antiquarium, la parrocchia di San Francesco, la sede dell’Avis, diversi esercizi commerciali e il resto del quartiere tutt’ora densamente abitato.
La interrogazioni, per le quali è stata chiesta la risposta scritta, sono state illustrate da Giuseppe Speranza e da Concetta Draià de «l’Altra Voce», mentre per l’amministrazione ha risposto l’assessore all’edilizia e al traffico urbano Fabio Riccobene.
Speranza ha rilevato che lo stretto reticolo di strade del quartiere «non può supplire alla chiusura della via Vizzini la cui unica alternativa è costituita dalla via Sebastiano Arena, abbastanza più a monte e anch’essa difficilmente percorribile. Da quasi quattro mesi si vivono pesanti disagi anche per i mezzi chiamati a soccorrere i tanti anziani che abitano la zona». Riccobene ha spiegato che «con diverse ordinanze sindacali è stato ingiunto ai proprietari dell’immobile di eliminare il pericolo e che questi hanno nominato due tecnici e stanno raccogliendo tra loro i soldi necessari all’intervento». Insoddisfatto, Speranza ha replicato sottolineando «l’irregolarità nella numerazione delle ordinanze che potrebbero mettere a rischio gli interessi del Comune», rilevando inoltre che dalla data della prima ordinanza «sono stati superati i termini previsti dall’art. 650 del codice penale». Ha concluso facendo appello all’intervento sostitutivo dell’amministrazione comunale.
Per l’interrogazione inerente la via Crispi, Concetta Dragà ha relazionato circa la segnalazione della fatiscenza e pericolosità dell’immobile fatta dai vicini e Riccobene ha informato il Consiglio che è stato concesso il permesso a costruire, solo che i proprietari richiedenti stanno tardando l’avvio dei lavori. Da qui, nella replica, l’invito di Dragà a vigilare.
Salvatore Di Vita