Caravaggio a Leonforte?


La lezione dell’università popolare di lunedì 23 gennaio ha riguardato, come preannunciato, il quadro: La cacciata dei mercanti dal tempio, di autore ignoto. Il quadro si trova nella sagrestia della Chiesa Madre, San Giovanni Battista. Il professore claudio benintende ritiene che l’opera possa essere attribuita ad un autore meridionale degli inizi del Seicento, vicino alla maniera del pittore siracusano Mario Minniti, passato alle cronache per la sua amicizia con Michelangelo Merisi da Caravaggio. Il quadro era stato già attenzionato dal Mazzola per quel Marco Antonio inciso In un piede di una panca capovolta. Dalle fonti consultate, non risulta la presenza di un “Marcantonio”pittore nella Sicilia dei primi del 1600. Potrebbe trattarsi di un allievo della bottega di Giulio Romano, un certo Marcantonio Raimondi (1480-1534) ma questa ipotesi è poco sostenibile perché tale “Marcantonio” era solo un bravo incisore del 1500 e quindi assai lontano dai modi e dallo stile della pittura caravaggesca del nostro quadro. Il soggetto tratta la rappresentazione visiva del Vangelo secondo Giovanni (Cap. 2, 13-17). La tela che appare oscura allo spettatore è di certo posta in una parete “sbagliata” perché osservandola così come voleva l’autore ossia “di lato” si svelano figure e luci nascoste altrimenti. E’ assai probabile dunque che l’opera fosse nata per occupare una parete laterale della navate centrale. Scoprire i tesori che le nostre chiese custodiscono è avvincente tanto quanto interrogarsi sui misteri che l’autore ha celato nei volti contriti e nelle vesti non ortodosse per la Gerusalemme del tempo. Marco Antonio? Chi è costui lo dirà il prof. Benintende, a noi il piacere di guardare un quadro per entrare in medias res in un tempo lontano eppure ancora così attuale.

Gabriella Grasso