Liceali all’Università Popolare di Leonforte

I licei di Leonforte hanno aderito all’alternanza scuola lavoro, impegnando gli studenti in 80 ore spendibili nella conoscenza d’impresa. Gli studenti sono stati coinvolti nell’acquisizione della storia locale e delle locali imprese partecipando alle lezioni dell’università popolare. I lunedì dell’università popolare si sono infatti arricchiti di un uditorio giovane, giovane e disinteressato, incapace di capire in che modo queste ore, sottratte ai compiti, possano ridurre il 46% della disoccupazione giovanile. Ascoltare i cunti, le storie nella Storia, conoscere meglio i tesori del nostro paese è arricchente per chi lo desidera, meno per chi l’indomani ha un’interrogazione e non si capacita del modello renziano: pensatoio+mestiere, riconducibile all’accumulo di sapere altro da quello scolastico.
Da quest’anno ogni liceale dovrà applicarsi in 200 ore di impieghi fuori dalle mura scolastiche nell’arco del triennio, per dare un senso ai 45 milioni di euro per 60 progetti di laboratori territoriali: attività da svolgere in orario extrascolastico, con il sogno di istituti aperti al territorio, luoghi di innovazione e sperimentazione per inserire 60 mila giovani nel biennio 2015-17. La stagizzazione obbligatoria lascia però scontenti i ragazzi, che vorrebbero impegnarsi in conoscenze più aderenti a quello che “faranno da grandi”. I dissensi dei ragazzi sono contenuti, ma basta domandargli “vi è piaciuta la lezione?” per sentirli sbottare in un “NO” di rabbia e di insofferenza per una burocrazia insensibile ai loro desideri e ai loro bisogni:« Se non lo fai (il corso) non accumuli le 200 ore indispensabili per accedere all’esame di maturità. Tra le proposte di stage ci sono cose lontanissime dai nostri progetti di futuro. Discutono di noi senza di noi”. I professori Nigrelli e Maria si sono messi a disposizione dei liceali pur comprendendo lo scollamento fra idea di scuola e scuola reale insomma l’alternanza aula-lavoro per gli studenti e non solo è diventata un incubo.