Calascibetta: Ipab, dipendente ricorre al giudice del Lavoro, sindaco Capizzi: “Vogliamo conoscere bilanci e consuntivi”

Calascibetta. Un ente, l’Ipab, il cui processo di estinzione sarebbe potuto iniziare almeno un decennio fa ma la politica regionale ha preferito nominare sia Commissari straordinari che ad acta tenendo così in vita un ente i cui immobili sono rimasti chiusi, come la sede storica del Collegio di Maria. Dal qualche mese, però, la querelle che ruota attorno a questo ente, che in passato ha operato per conto della Regione Siciliana, offrendo servizi di assistenza, beneficenza e istruzione, ha intrapreso la strada del contenzioso. La vicenda si è complicata, probabilmente, a marzo del 2016 quando la Regione, con un decreto, ha pensato di trasferire il patrimonio, la dipendente e i debiti dell’Ipab al Comune. La dipendente, che aveva già avviato l’azione di recupero del credito prima ancora del decreto firmato dal presidente Rosario Crocetta, ha pensato che proseguire un’azione legale nei confronti dell’Ipab, dichiarato estinto, sarebbe stato inutile. E poiché nessuna risposta da parte dell’amministrazione comunale è seguita alle richieste degli avvocati, la dipendente ha deciso di fare ricorso al giudice del Lavoro. I legali hanno così chiesto l’assunzione al Palazzo di città della loro assistita e le somme retroattive. A queste richieste, il sindaco Piero Capizzi ha fatto sapere che il Comune nominerà un avvocato. Intanto, l’altro ieri, la vicenda è approdata in Consiglio comunale. La minoranza “Riunire Calascibetta”, che nei giorni scorsi aveva inviato le carte alla Procura della Repubblica di Enna e alla Corte dei Conti per sapere se vi siano state delle omissioni da parte dell’Amministrazione, ha più volte incalzato il sindaco Piero Capizzi chiedendo come mai non avesse presentato ricorso al Tar al fine di bloccare il decreto presidenziale. “Insediandomi a giugno del 2016, mese in cui scadeva il termine ultimo per il ricorso- ha spiegato il sindaco- non c’erano i tempi utili per fare un accorato appello al Tribunale amministrativo regionale”. L’opposizione ha anche chiesto se l’amministrazione comunale abbia intenzione sia di assumere la dipendente Ipab sia di pagare le spettanze arretrate. Immediata la risposta del primo cittadino: “La Regione non può pretendere, da un giorno all’altro e mediante un decreto, che il Comune faccia un salto nel buio prendendosi in carica anche i debiti dell’Ipab”. Poi Capizzi ha aggiunto: “Quando la Regione ci metterà nelle condizioni di conoscere con esattezza i vari bilanci annuali e i consuntivi dell’ente-Ipab, allora la problematica sarà affrontata seriamente. Nessuno è contrario all’assunzione della dipendente, ma prima occorre fare chiarezza su molti aspetti”. La cifra complessiva che dovrebbe caricarsi in bilancio il comune sarebbe di circa 500 mila euro. Una vicenda dove emerge una differenza di vedute sia tra il Comune e la Regione sia tra l’Amministrazione e la dipendente Ipab e che senza un ripensamento dell’assessorato regionale agli Enti Locali potrebbe creare uno squilibrio finanziario per le casse comunali.

Francesco Librizzi