Grande partecipazione a sciopero dipendenti Irccs Oasi Maria SS di Troina, protesta continua con presidio permanente

Per dare conto di quello accade ci sono diversi modi per farlo. In un paese democratico solo un giornalismo libero da condizionamenti dei poteri più o meno forti garantisce l’informazione attendibile che racconta gli eventi cosi come si sono svolti, senza sottrarsi al dovere di dire come la pensa sui questi eventi. I lettori hanno il diritto di saperlo, e il giornalista ha il dovere di scriverlo.

Naturalmente il giornalista libero deve essere testimone dei fatti che racconta. Non può, anzi non deve, scrivere solo un articolo basandosi sui comunicati stampa. Se cosi facesse, non farebbe altro che la cassa di risonanza della voce del padrone, che ha tutto l’interesse a veicolare la sua interpretazione dei fatti. Ora vengo ai fatti che voglio raccontarvi. Giovedì 23 marzo Troina ha vissuto una giornata particolare, che segna una svolta nelle relazioni sindacali nell’Oasi Maria SS di Troina. E’ stata la prima volta che, in 64 anni dell’esistenza dell’Oasi Maria SS, i dipendenti di quest’istituto scendono in piazza per rivendicare il rispetto dei loro diritti. Le amministrazioni comunali di Agira, Leonforte, Nissoria e Troina hanno raccolto l’appello di Cgil, Cisl, Uil e Nursind a sostenere le rivendicazioni dei dipendenti. Delegazioni di queste amministrazioni comunali hanno sfilato in corteo per le vie del paese con i dipendenti dell’Oasi Maria SS in sciopero. Decidere di scioperare non è una decisione facile. E’ un decisione sofferta, che spesso è anche dettata dalla disperazione. Credo che nessuno dei circa 400 dipendenti l’abbia deciso a cuore leggero di scioperare.

E’ stata massiccia la partecipazione dei lavoratori del comparto dell’Irccs allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali aziendali Cgil, Cisl, Uil e Nursind. Anche la dirigenza medica e sanitaria ha aderito allo sciopero, discostandosi, però, da uno dei quattro punti della piattaforma rivendicativa: la richiesta di dimissioni dei direttori in quanto queste dipendono dal consiglio di amministrazione e dal suo presidente, padre Luigi Ferlauto. Le altre richieste sono: pagamento di almeno 4 dei 7 mesi di stipendio arretrati, l’adozione di un piano industriale per il rilancio della struttura e l’adozione di una nuova pianta organica e relativo piano del fabbisogno del personale. Le risposte del consiglio di amministrazione e del gruppo dirigente dell’Oasi sono state ritenute insoddisfacenti dai dipendenti e dalle loro organizzazioni sindacali, che hanno deciso di continuare la protesta con un presidio permanente davanti l’ingresso della sede principale dell’Oasi in via Conte Ruggero. Le organizzazioni sindacali chiederanno alla Regione Siciliana di aprire un tavole tecnico a livello regionale per risolvere una volta per l’annosa crisi dell’Oasi. E’ stato istituito anche un tavolo tecnico locale. Alla richiesta del pagamento di sette mensilità arretate, i dipendenti si sentono rispondere che stanno predisponendo il pagamento di due mensilità, di cui una già pagata e l’latra e, per così dire, in lavorazione. Altre 2 mensilità entro il 16 aprile. Per le altre mensilità che avanzano, devono aspettare che entri a regime la convenzione stipulata con la Regione Siciliana, vale a dire entro Pasqua del 2018.

Non ho sbagliato, hanno detto proprio “entro Pasqua 2018”. Verrebbe da dire “campa cavallo, che l’erba cresce!”. Alla richiesta di un piano strategico e di una nuova pianta organica per il rilancio dell’istituto hanno risposto che ci stanno lavorando. Delle dimissioni richieste dalle organizzazioni sindacali, manco a parlarne perché il presidente del consiglio di amministrazione, don Luigi Ferlauto, riconferma la sua fiducia negli altri componenti del consiglio di amministrazioni e delle direzioni. Eppure è proprio questo uno dei nodi cruciali che, per ragioni facilmente immaginabili, occorre sciogliere. In un contesto di crisi prolungata che investe l’intero paese, intendo l’intera Italia, dal 2008, un’organizzazione così complessa, come è diventata l’Oasi che somiglia ad un sistema, non può più essere governata come lo è stata governata fino ad ora. Questo metodo di gestione centrato sulla figura del suo fondatore ha esaurito la sua spinta propulsiva. Penso che anche lui ne sia consapevole, quando dice che dalla “navigazione solitaria” bisogna passare “alla navigazione collettiva”. Questo cambio di passo, è molto probabile che implichi un ricambio di personale dirigente. Ed è questo il probabile motivo per cui questo cambio di passo è difficile a farlo.

Silvano Privitera