Nord – Sud: cancellazione della territorialità ennese dalle agende ufficiali e dai dossier. Enna non ha bisogno di ascari ed imbecilli politici, ma della politica

Enna è una provincia abbandonata su ogni fronte. Del resto che ci si poteva aspettare da un territorio privo di idonee rappresentanze politiche? E’ proprio vero allora che Enna non ha bisogno di ascari ed imbecilli politici, ma della politica.

Oggi assistiamo, nel silenzio quasi generale, al ridimensionamento della Nord- Sud, quell’asse trasversale originariamente prefigurato e contenuto in quello strumento di pianificazione territoriale regionale che era il Piano di coordinamento territoriale dell’ennese degli anni ‘60 e, progressivamente divenuto, pur tra le molte lentezze, un vero corridoio stradale di grande importanza in grado di connettere trasversalmente la parte mediana della Sicilia. Per questa importante strada non si sono risparmiati i nomi e le definizioni,anche, di una certa fascinazione: “Strada dei due mari” (Tirreno e Mediterraneo), moderna Via Halesa ( quella strada romana che da Enna portava ai caricatoi regi di Gela, verso sud e a Tusa in direzione Nord), Nord-Sud quasi a simboleggiare, pur nella microterritorialità regionale, l’auspicio del definitivo superamento dei divari territoriali ed economici anticipando il concetto stesso di policentrismo come sinonimo della capacità di promozione dello sviluppo territoriale equilibrato.

Ma la cancellazione della territorialità ennese dalle agende ufficiali e dai dossier (come adesso si chiamano le questioni politiche) della politica, regionale o nazionale, è oramai un elemento costante delle scelte dei governi: nazionale e regionale.

La concreta dimostrazione di tutto ciò si può facilmente rilevare dall’assenza del territorio ennese (eccezion fatta per il Comune di Centuripe) dalla Strategia Nazionale delle Aree interne (SNAI).  La provincia di Enna pur rappresentando, concretamente, l’unica énclave territoriale interna della Sicilia non è stata inserita nei documenti ufficiali del governo regionale (Deliberazioni della Giunta regionale n. 162 del 22 giugno 2015 e n. 277 del 4 agosto 2016 – ) dove si  individuano i territori per la sperimentazione della strategia di sviluppo delle aree interne attraverso  Investimenti  Territoriali Integrati e si assegnano le risorse comunitarie del PO FESR 2014/2020. Ma, se non ricordiamo male,  non ci pare che nessuna voce  politica “del territorio” si sia fatta sentire per ricordare che Enna è “elettivamente” preposta, sia per collocazione geografica che per condizione marginale di sviluppo, a far parte delle aree interne e, quindi, partecipare da protagonista alla strategia di programmazione dello sviluppo delle aree interne dell’entroterra siciliano. Ma in Sicilia non si è fatto come in altre parti d’Italia (vedi Toscana, ad es.) dove vi è stato l’ulteriore approfondimento e studio per l’individuazione delle aree interne eleggibili.

Lo stesso disinteresse nell’assicurare una maggiore integrazione territoriale dell’ennese col resto della Sicilia e, quindi, del Paese, viene adesso dimostrato nell’allegato al Documento di Economia e Finanza dal titolo affascinante “Connettere l’Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture” predisposto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ma dal contenuto assai preoccupante per questa parte di territorio isolano, dal momento che il completamento dell’itinerario Nord-Sud S. Stefano di Camastra-Gela non compare piu’ tra gli interventi di importanza strategica. E non è confortante scoprire pure che il progetto di velocizzazione della ferrovia Catania – Palermo appare contrassegnato da invariante (presupponiamo nella parte appaltata ed in corso di appalto che arriva fino alla Stazione di Catenanuova) mentre risulta contrassegnato da revisione progettuale (ai sensi delle disposizioni contenute nel nuovo Codice degli appalti) finalizzata a verificare i costi in relazione alla funzionalità attesa per la restante parte del percorso ancora in fase di progettazione.

Altro che parlare di connessione dell’entroterra siciliano ed ennese al resto della Sicilia e all’Italia: E’ vero, invece, affermare l’esatto contrario, ovvero che siamo di fronte a politiche di abbandono per il territorio ennese. Si è continuato, per ritornare al caso dell’itinerario Nord-Sud, ad affossare l’ultimazione di questa importantissima arteria viaria, vera spina dorsale della completezza del sistema viario provinciale con l’A19. Il territorio ennese non vedrà, in tal modo, completata la connessione trasversale prefigurata dalla Nord-Sud a quella longitudinale esistente (A19).

Una disastrata conclusione che ha avuto origine proprio dalla Regione Siciliana che con i suoi atti  ufficiali (Delibere della Giunta di governo n. 353 del 2013 e n. 152 del 2014) aveva stornato i fondi disponibili per fare fronte ad altre esigenze di coperture di bilancio, dichiarando e determinando, di fatto, l’insussistenza degli elementi strategici per questa importante infrastruttura viaria.  L’unica consolazione resta quella di vedere ancora presente la Nord-Sud – se non altro come disegno infrastrutturale – all’interno del sistema nazionale infrastrutturale almeno nella tratta da Santo Stefano di Camastra fino all’innesto con l’A19,  in zona Mulinello.

Si è così, finalmente, deciso,  a distanza di 60 anni, che la Nord-Sud resta un’opera incompiuta ed un vero miraggio in mezzo all’incompiuto sviluppo e all’immagine desertica delle aree dell’entroterra siciliano sempre vittime di politiche oltremodo fallimentari che regalano questi territori alla criminalità organizzata, allo spopolamento e alla progressiva depauperazione del capitale territoriale, dal momento che al mancato adeguamento infrastrutturale corrisponde una povertà imprenditoriale e assenza di spinte nell’innovazione  urbana, sociale ed economica. Il territorio ennese e quello dell’entroterra siciliano, in genere, conoscono, infatti, solo politiche di rapina che sono state permanentemente alimentate da autoreferenziali presenze sempre impegnate ad alimentare i loro piccoli interessi e danneggiando, spesso irreversibilmente, per ignoranza e connivenze varie, le vere risorse da porre alla base di uno sviluppo realmente duraturo e diffuso.

Ricordiamo che siamo di fronte ad una vera e propria sindrome da immobilizzazione che attraversa la Provincia di Enna che è la conseguenza diretta dell’immobilismo di lungo periodo.

                                                                                                                                                      Giuseppe C. Vitale – Urbanista

 

 

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