Sindaco Enna, norma su mancato approvazione bilancio: “porcheria istituzionale”

Ricorrerà al Tar l’Anci siciliana per protestare contro la norma che manda a casa anche i sindaci, oltre al consiglio comunale, di quei Comuni dove non viene approvato entro i termini il bilancio. Già nei mesi scorsi anche Enna è stata vicina a questo epilogo e nel corso dell’Assemblea dei sindaci il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, l’ha definita una “porcheria istituzionale” tant’è che sono state definite una serie di dure azioni. La prima è il ricorso al Tar, in aggiunta a quello dei sette sindaci decaduti, per denunciare l’incostituzionalità e l’irragionevolezza della norma; i sindaci hanno poi deliberato di organizzare degli incontri con il ministro Costa che ha la delega per l’impugnativa delle leggi regionali incostituzionali, con il commissario dello Stato a cui resta il potere di vigilare sulla Regione Siciliana ed eventualmente di proporne lo scioglimento per gravi e reiterate violazioni dello Statuto e con il presidente dell’Ars, Ardizzone, al quale chiedere la modifica immediata della norma; c’è inoltre la ferma volontà di recarsi tutti i sindaci il 26 aprile all’Ars per manifestare lì e non è da escludere una occupazione dell’Aula.

«Ho partecipato attivamente e convintamente alle iniziative assunte dall’Anci perchè reputo, in assoluto accordo con il presidente Orlando, che sia stata fatta una “porcheria istituzionale”, un modo per disattendere la volontà elettorale dei cittadini che eleggono direttamente un sindaco che poi può essere mandato a casa da un numero imprecisato di consiglieri comunali» ha detto Dipietro aggiungendo che insieme ad altri sindaci ha registrato in Sicilia «un fenomeno diffuso, e per quello che si capisce anche ad Enna, in cui c’è qualcuno e non mi riferisco ai consiglieri comunali, che pensa solo a distruggere o a impedire che vengano attuate le riforme alle quali l’amministrazione sta lavorando». Dipietro ha ritenuto che si tratti di una battaglia «per la democrazia e per il rispetto della volontà popolare che si è espressa eleggendo un sindaco dandogli fiducia e verificando l’attuazione del programma nei tempi che la legge prevede, ossia nei cinque anni, senza assoggettarlo due volte l’anno, con il bilancio consuntivo e preventivo, alla tagliola di una mozione di sfiducia mascherata dalla bocciatura del bilancio».