A Enna il laboratorio teatrale “Un clown per amico” condotto da Aldo Rapè

Enna. Un laboratorio a sfondo sociale, pensato e realizzato per operatori socio-culturali, medici, infermieri, psicologi, volontari, attori professionisti, per stimolare la ricerca di nuovi atteggiamenti psicofisici e ambiti di aggregazione socioculturale attraverso la clowneria. E’ quanto si propone il progetto teatrale “Un clown per amico” condotto dall’attore e regista Aldo Rapè, promosso dal Comune di Enna tramite l’assessorato alle politiche sociali e l’associazione Teatri del Cielo –  che ha già visto lo svolgimento dei due primi step rivolti agli alunni delle scuole medie superiori degli istituti e licei della città –  e che si concluderà con il corso per adulti, nelle date che vanno dal 22 al 26 maggio, dalle ore 15.00 alle ore 19.00.

Verranno accettate le prime 25 richieste di iscrizione entro e non oltre le ore 12.00 del 12/05/2017
Le richieste dovranno essere consegnate all’ufficio protocollo del Comune di Enna, sito in Piazza Coppola, 2.

Per ulteriori informazioni
Comune di Enna – Servizio sociale – tel. 0935/40238
Teatri del Cielo – Walter Amorelli – Cell – 337882624

Aldo Rapè è autore ed attore. Si diploma all’Accademia del comico COMICLAB con la direzione artistica di Serena Dandini. Cabarettista, artista di strada, frequenta numerosi stage di formazione approfondendo e sperimentando la figura del clown attraverso con Paolo Nani, Peter Echo, Emmanuel Gallot La Vallèe, Carlo Colombaioni. Approfondisce la struttura dell’improvvisazione con studi specifici sulla Commedia dell’arte nonché approcciandosi ad un nuovo metodo teatrale, denominato “metodo Alschitz”. Come pedagogo ha tenuto corsi sul sorriso e la ricerca del proprio clown in tutto il territorio nazionale con particolare riferimento a quei progetti con finalità didattiche educative presso i quartieri disagiati quali Scampia e Sanità (Napoli), Brancaccio (Palermo), 167 (Bari). Per diversi anni è stato consulente esterno presso l’Oasi di Troina per la formazione degli operatori volontari di servizio civile
Nel 2012 vince il Festival Internazionale di Avignon con lo spettacolo “Mutu”. Attualmente lavora tra la Francia e l’Italia. Ed è in tour con lo spettacolo “Pert. Vita e miracoli del partigiano Sandro Pertini”.

Partiamo da quest’ultimo progetto. Come nasce l’idea di rappresentare, oggi, una figura del genere?
Nasce da un racconto inedito di mio fratello Giuseppe, che ha immaginato Pertini ritirarsi in un casolare di montagna, il 25 aprile del 1945. E il racconto della sua storia da partigiano è incredibile: dalla partenza in motoscafo ai quindici anni in prigionia, dalla residenza in Francia alla condanna perché aveva una radio che faceva propaganda antifascista. Parliamo di un uomo che, alla richiesta della madre di concedergli la grazia, rifiuta, a costo della morte, in nome degli ideali . Uomini così oggi, di esempio sui fatti, ce ne sono pochissimi. Carmelo Bene, 30 anni fa, diceva che viviamo in un tempo in cui c’è la libertà di parola ma oggi è diventata parola e libertà. Cioè parliamo e parliamo ma senza più una direzione. Pertini non faceva parola e libertà, dava esempi, più o meno condivisibili, ma erano esempi chiari, di onestà, di correttezza, di rispetto dell’altro.
Facciamo un passo indietro. Arrivi al teatro dopo 10 anni di onorato servizio nella … Guardia di Finanza
Si, sono stato maresciallo dai 18 ai 28 circa. Nutrivo interesse per il teatro ma solo come spettatore. La passione arriva dopo e comincio a lavorare sul clown. E a scrivere, a partecipare a concorsi. Ho fatto uno studio generale sulla comicità, occupandomi anche di scrittura teatrale comica e cabaret.
Cosa ti prefiggi di raggiungere invece con i laboratori, come quelli di “Un clown per amico”?
I laboratori che sto svolgendo a Enna hanno come specificità la figura del clown e sono finalizzati a sviscerare tematiche che riguardano il bullismo o l’emarginazione sociale. Ho lavorato e lavorerò sulla dinamica del gruppo, sull’accettazione sia di sé che del gruppo in quanto tale; sull’altro, sul diverso risorsa e non come zavorra.
Il clown è un fragile per eccellenza, uno sconfitto, è uno che quando casca ci fa ridere ma lui si è fatto male. Ci fa ridere nei suoi momenti apparentemente buffi perché si mette a nudo.
Ridiamo della fragilità e dei fallimenti, che non sono un momento di sconfitta ma di possibilità di ricchezza, di apertura e trasparenza.
Nel futuro, cosa c’è?
In un futuro prossimo, magari con qualche altro spettacolo mi piacerebbe arrivare all’essenziale, sento che drammaturgicamente voglio dire sempre meno, usare sempre meno la parola pur cercando di dire di più

Livia D’Alotto