Una roccaforte della nostra civiltà che sta per liquefarsi nel mare del cosmopolitismo. Un punto fermo delle nostre origini e per il futuro: il più grande simbolo della cristianità, la croce.
Sarà la terza croce, pare, più grande del mondo e verranno pellegrini a visitarla, sono certo, da tutta Italia.
Costerà meno di 300 mila euro e accederemo ai fondi europei per il turismo. Sarà l’opera simbolicamente più importante della nostra prossima amministrazione. Con quest’opera terminerò nel quinquennio 2017-2022 il mio “servizio” politico per la comunità di Nissoria, se il giorno 11 Giugno 2017 i cittadini vorranno riaccordare la loro fiducia. Ringrazio per la bozza del progetto il prof. Ignazio Cinquemani”.
Marco Signorelli
Incontinenze verbale. Note di simpatica critica a idee indiscutibili. Intervento goliardico di Gabriella Grasso
Croci nostre
Una croce per rilanciare il turismo di Nissoria e per affermare l’identità cattolica del territorio.
Nissoria attrarrà pletore di penitenti ai piedi della Croce più alta d’Italia, 35 metri di autentica riaffermazione cristiana. Nissoria diverrà così un baluardo contro l’avanzante pluralismo religioso e l’intollerabile ateismo. Papa Francesco ha dichiarato che potrebbe avere in calendario una visita al Casale per benedire la brillante iniziativa. Capace che pure Trump si accoderà dopo Taormina. 300 mila euro soltanto serviranno per limitare il liquefarsi nel mare del cosmopolitismo dei valori occidentali. Un solo appunto, la roccaforte dei valori cristiani c’è già e si trova a Lampedusa, abitata da pescatori schifati dal fil di ferro e dalle barriere innalzate da alcuni Stati europei civilissimi e occidentalissimi.
Nei giorni del lutto per l’ennesima tragedia del mare invochiamo una croce a baluardo delle paure e della xenofobia? Una moschea occorrerebbe invece per vivere il vangelo dell’amore. Una mosche per dare pace ai mischini che non hanno dove pregare il loro distratto Dio.