Enna. Sette i comuni attesi dal voto nel 2018

Archiviate le amministrative anche in provincia di Enna si guarda adesso ai prossimi impegni elettorali che si teranno già in autunno con le regionali. Sullo sfondo, però, inizia a prendere già forma anche l’appuntamento con le amministrative del prossimo anno quando si andrà al rinnovo di ben sette comuni.
Il primo tema da affrontare saranno le regionali di novembre che sono già tema di confronto dei partiti. Rispetto ai centri più grossi dove si è votato domenica scorsa, in provincia di Enna le amministrative dei quattro comuni andati al voto non lasciano grossi spunti di riflessione sulle probabili tendenze elettorali per la Regione per la natura civica delle realtà andate al voto ma anche per l’esiguo numero di elettori chiamati al voto.
Saranno molti di più il prossimo anno quando alle urne saranno chiamati gli elettori di sette comuni. Si tratta di Assoro dove il sindaco in carica è Bertini, Catenanuova con Biondi, Cerami con Pitronaci, Gagliano con Zappulla, Leonforte con Sinatra, Piazza Armerina con Miroddi e Troina con Venezia. Le attenzioni saranno soprattutto su questi ultimi tre comuni che risultano essere i centri demograficamente più grandi rispetto agli altri. I nomi di questi tre sindaci, ma in realtà anche quello di Bertini, negli ultimi mesi sono stati sistematicamente tirati in ballo quando si è parlato di elezioni regionali così come per il Libero Consorzio comunale. Il vento soffia forte sulle ambizioni di Fabio Venezia che potrebbe già sentire l’odore della campagna elettorale già a novembre se dentro il Pd dovessero mutare gli attuali scenari politici.
Se i comuni attesi dal voto nel 2018 sono sette, per gli altri la scadenza è fissata più in avanti; ad Aidone il mandato di Lacchiana scadrà nel 2019 e sarà l’unico della provincia di Enna. Nel 2020 sarà la volta di Agira, Centuripe, Nicosia, Pietraperzia, Valguarnera ed Enna. Tra tutti questi comuni il punto interrogativo più grande ruota intorno al capoluogo dove da settimane una parte del Pd lavora per la sfiducia immediata trovando però la resistenza di altre componenti interne al partito che stanno man mano prendendo forza per fermare l’ardente voglia di tornare alle urne prima della scadenza naturale del mandato. In tal caso se ne parlerebbe nella primavera 2018 con parecchi mesi di commissariamento.