Aidone. Abramo Sylla chiosa sulla giornata mondiale del rifugiato

Aidone. La giornata mondiale del rifugiato, celebratasi il 20 giugno scorso, per Abramo Sylla, mediatore culturale nel Centro di accoglienza Zingale Aquino, è stata l’occasione per porsi domande giuste: “Perché gli analisti, i commentatori, chi, spargendo lacrime, indignazione, paure, assistenza oppure odio e xenofobia non menzionano le cause del fenomeno: chi ha creato il rifugiato? Perché non indicano le origini di questa alluvione, chi apre le valvole?”

 

  • Chi genera questa condizione?-

Sono in egual modo l’’Occidente, in termini di guerra economica, ambientale, militare, e l’Africa.

  • Perché?-

Dalla fine del colonialismo, quasi tutti i paesi africani sono stati guidati da una élite politica, più interessata a se stessa che del popolo con il risultato che il sistema coloniale è stato perpetuato, in un’altra forma, in campo politico, economico e culturale. L’indipendenza è diventata una dipendenza nei confronti di potenze straniere, specie ex potenze coloniali. L’instabilità sociopolitica, lo sviluppo di conflitti interni non favoriscono lo sviluppo. Oltre alle difficoltà di appropriarsi dei principi della democrazia.

  • Quali le sue considerazioni sul rifugiato?

Il rifugiato non dovrebbe saltare nelle braccia incrociate dell’Occidente, tuttavia non vede le sue ferite perché accecato delle proprie, viene da paesi con un regime dittatoriale obbediente all’occidente, viene da paesi a cui è stato imposta un sistema neo- liberalista, in un globalismo che ha finito di scarnificare anche il Sud dell’Europa disossando il terzo mondo con i presunti accordi “di partenariato economico” che suscitano reticenze dei governi di ogni ideale politico. In realtà è “un’enorme macchina per la produzione di immigrati”: in quanto si innesca un calo della competitività e quindi della produttività, del benessere sociale, della salute, dell’educazione.

  • Qual è lo scenario?

Pur uccidendo l’economia locale, aumentando la disoccupazione e spingendo le popolazioni rurali verso le città e dalla città verso l’estero, provocando l’esilio di queste popolazioni, la storia sta giudicando questi accordi. Purtroppo chi non conosce la propria storia è condannato a riviverla. L’Europa in grovigli su questioni di politica di asilo, di aiuti sociali, deve anche fronteggiare scontri di civiltà e conflitti religiosi con l’arrivo di profughi dal medio oriente bombardati da protagonisti che pretendono di fare una guerra pulita e umanitaria, di fare la guerra per portare la pace manipolando le emozioni dell’opinione pubblica e mettendo così alla prova la stabilità delle strutture sociali europee.

  • Quali domande giuste porsi? –

Chi non ha ancora detto che quella gente sfugge, dalle misere, dalle persecuzioni dalle guerre, chi finanzia le guerre? A quale scopo? A nome di chi? O di cosa? Purtroppo nella guerra la prima vittima è la verità.

Angela Rita Palermo