Rinunciando a brillante carriera di avvocato Alessio Aira sceglie di diventare pastore di anime

La comunità villarosana ha vissuto sabato una giornata di grande gioia, partecipando a un evento coinvolgente e di grande suggestione: l’ordinazione sacerdotale del giovane 31enne Alessio Aira che, rinunciando a una brillante carriera di avvocato, ha scelto di diventare pastore di anime. La cerimonia è avvenuta nella chiesa Madre, dove è cresciuta e maturata spiritualmente la sua vocazione sotto la guida dell’anziano parroco don Salvatore Stagno, da alcuni mesi in pensione.

Dunque, questa ordinazione rompe un digiuno vocazionale durato 17 anni in questo paese, che non festeggiava un simile evento dal 24 giugno del 2000 da quando, cioè, vennero ordinati don Tino Regalbuto e don Giacomo Zangara. A porre le mani sul capo di don Alessio è stato il vescovo, mons. Rosario Gisana, e poi a turno i presbiteri presenti, in una cerimonia commovente alla quale hanno partecipato mons. Paolo De Nicolò, vescovo reggente della Casa pontificia, decine di sacerdoti, i seminaristi di Piazza Armerina e del Pontificio Seminario Romano Minore, autorità civili e militari. L’imposizione delle mani è stato il frangente più suggestivo del rito anche perché in quel momento è stata conferita a don Alessio la pienezza del ministero sacerdotale.

“Gioiamo con il Signore –ha detto Gisana-. Siamo grati a don Alessio che si è dimostrato docile e a Dio per la sua magnanimità”. Altre fasi toccanti del rito, la vestizione degli abiti sacerdotali da parte del parroco “emerito” don Salvatore Stagno e l’unzione con l’Olio Sacro dei palmi delle mani, in segno di consacrazione a Dio. Mani poi legate con una fascia bianca, sciolta dalla mamma di un giovane sacerdote, in sostituzione della madre Francesca di don Alessio, morta quando lui era ancora giovanissimo. Un gesto, questo, a volere significare che “il legame materno è disciolto per sempre, in quanto il presbitero, d’ora in avanti, appartiene alla sua Comunità e all’Ordine sacerdotale”. Altro momento carico di emozione quando don Alessio ha ricevuto dai confratelli l’abbraccio e il bacio dei palmi delle mani, quale “segno di riconoscimento della dignità sacerdotale”.

Don Alessio, figlio unico, ha conosciuto la sofferenza perché, oltre la madre, ha perso in concomitanza della sua ordinazione a diacono, avvenuta il 6 settembre scorso nella Cattedrale di Piazza Armerina, il padre Salvatore. A loro e alla nonna Anna è andato un commosso pensiero e un grazie “verso il cielo” per avergli dato “la vita, la fede e l’educazione”. Alla fine della cerimonia, don Alessio ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno condiviso questo lungo percorso di fede e, in particolare, Villarosa, “perché tutto -ha detto- è nato tra le strade di questo paese”. Intanto, dopo l’ordinazione, don Alessio ritornerà a Roma per proseguire gli studi per la Licenza in Storia della Chiesa alla Pontificia Università Gregoriana.

Giacomo Lisacchi