Polizia municipale Enna istituisce ufficio preposto al randagismo

Enna. Seppur negli ultimi mesi il fenomeno abbia fatto segnare un calo delle emergenze, resta comunque sotto gli occhi dei cittadini la necessità di non abbassare la guardia sul randagismo soprattutto dopo il taglio delle risorse.
Un convincemento che è proprio anche della Polizia municipale di Enna che a tal proposito ha istituito un ufficio preposto al randagismo, ha aperto un canale diretto di collaborazione con le associazioni di volontariato presenti sul territorio ma, come spiegato di recente dal comandate Stefano Blasco al sindaco, tutto ciò si infrange di fronte al muro delle ristrettezze economiche.
Nel bilancio approvato a giugno in un emendamento del Pd furono tagliati i fondi per il randagismo suscitando la preoccupazione e l’ira delle associazioni animaliste contrari a questa scelta in un momento in cui si stavano iniziando ad ottenere i primi risultati.
Da febbraio, infatti, la collaborazione tra l’Ufficio randagismo gestito dalla polizia municipale e le associazioni animaliste ha permesso nella prima fase la cattura ed il ricovero di oltre venti cani riconosciuti come aggressivi, è diminuito il ricovero nel canile tra affidi (circa 20) ed adozioni a privati (una sessantina) per un risparmio di circa 6 mila e 500 euro per le casse comunali. Inoltre si iniziò la campagna di sterilizzazioni per 27 cani e le microchippature. Il tutto svolto tra tante difficoltà per la Polizia municipale ancora priva di una sede adeguata dopo il crollo del muro in via della Resistenza dove c’è la sede dei vigili urbani che al momento hanno trovato accoglienza in alcune stanze del Municipio.
Quando tutto sembrava andare per il verso giusto ecco però arrivare il taglio dei fondi che oggi assume un significato particolare perchè il rischio potrebbe essere quello di vanificare gli sforzi fatti.
Nei giorni scorsi il comandante Blasco ha evidenziato al sindaco Dipietro la situazione dell’ufficio randagismo tenuto conto che l’intero corpo di polizia municipale deve fare anche i conti con un organico ridotto ai minimi storici (tema per il quale presto sarà necessario intervenire per risolvere la problematica) e con un vasto ventaglio di attività da dover portare avanti. Lo stesso Blasco ha evidenziato che il taglio delle risorse ha alterato la positiva tendenza di collaborazione con le associazioni riponendo così la gestione del fenomeno solo su basi repressive come la cattura e il ricovero nel canile provocando, però, l’aumento dei costi tenendo pure in conto che anche i fondi per il ricovero in canile sono stati tagliati aprendo un altro fronte di criticità che presto dovrà essere seriamente affrontato e risolto.
Da Blasco è quindi partita la richiesta di riorganizzare il servizio randagismo ma soprattutto – e qui si aggiunge anche la richiesta delle associazioni di volontariato animaliste – l’aumento delle risorse per il servizio di accalappiaggio e ricovero dei cani e delle somme dedicate alle convenzioni con il volontariato locale che svolge un ruolo fondamentale anche grazie alla presenza di guardie zoofile abilitate.