Troina, tratti di fogna a cielo aperto nell’area archeologica

In contrada Catena-Rosone, dove la campagna di scavi condotta alla fine degli anni ’50 del Novecento dall’Istituto di archeologia dell’Università di Catania negli riportò alla luce l’impianto della citta dell’età classica (III-V sec a.C) subito dopo ricoperto, sono state scavate, alcuni mesi fa, due buche per riparare due tratti rotti del tubo della fognatura. Nelle due buche, profonde circa due metri e lunghe pressappoco 2 metri e mezzo, le acque della fogna scorrono a cielo aperto. E’ già di per sé discutibile il fatto che nell’area archeologica, dove si può entrare attraversando un cancello senza lucchetto, ci siano due buche dove si vedono e scorrere le acque reflue a cielo aperto e si sentono cattivi odori.

Non meno discutibile è la circostanza che gli abitanti del quartiere San Michele e della parte sud del quartiere Corso, che si trovano a ridosso della zona archeologica Catena-Rosone, debbano patire gli inconvenienti che ne derivino da una simile sgradevole circostanza. Un abitante del quartiere, che vuole mantenere l’anonimato, ci ha detto che da tempo ha segnalato a chi di dovere la necessità e l’urgenza di riparare i due tratti del tubo rotto e ricoprirli. “Non solo io ho fatto la segnalazione e la richiesta, le hanno fatte anche altri abitanti del quartiere, ma risultati non ne abbiamo ancora visto e l’acqua della fogna continua scorrere a cielo aperto”, ci ha detto questo abitante che non vuole che si scriva il suo nome. E’ deluso e sfiduciato. D’ora in avanti non chiederà niente a nessuno. Ci ha detto di essere preoccupato, non solo per i cattivi odori, ma anche per la minaccia alla salute degli abitanti che quei due tratti di fognatura a cielo comportano. Con il caldo torrido che si sta abbattendo in questi giorni sul paese le mosche e gli insetti che si nutrono delle sostanze contenute in queste acque reflue, le preoccupazioni per propria la salute di chi abita in questa zona del paese non sono da sottovalutare.

Silvano Privitera