Aidone – San Lorenzo l’amatissimo

Aidone – Gli aidonesi, da tempo immemorabile, festeggiano l’amatissimo martire San Lorenzo il 10 agosto: la solennità è preceduta dalla Sacra Decima, con sermoni, lodi e cantilene dei fedeli aidonesi i quali gioiscono al solo nome di San Lorenzo che, su ogni altro Santo, “per le sue rare bellezze e magnificenze attrae ogni cuore, riscaldato dal suo ardore, che non si stanca mai di prorompere in voci di giubilo”.
Nel 1810 gli aidonesi, per dimostrare la loro dedizione al Protettore, mentre celebravano la solenne ricorrenza, istituirono un comune elogio in una Accademia a cui presero parte letterati indigeni e stranieri.
Non è noto quando Aidone adottò come protettore il glorioso martire San Lorenzo, a cui eresse, oltre 1000 anni fa, un tempio, decorato sin dal 1740 con l’insigne collegiata, composta di quattro dignità, otto canonici, sei mansionari e due maestri di cerimonie. E non si conosce neanche quando pervenne la cara reliquia di un osso del braccio del «Santo Levita», rotondo e non a scheggia, lungo cinque dita, che, incastrato in un braccio d’argento, si conserva e si venera nella Chiesa Madre, con l’autentica, in foglio pergamena, sigillata e vistata da tanti vescovi diocesani: queste lacune si spiegano con la vetusta origine di Aidone, che sorge sulle rovine dell’antica Herbita. La chiesa, per la sua forma perfettamente regolare, senza sporgenze laterali, e per la sua struttura predominata da idee di calma e serenità, sembra un vecchio tempio destinato, in seguito al nascere del Cristianesimo, al culto cattolico. Successivamente furono aggiunte quattro cappelle, due a sinistra e due a destra, e il campanile.
Avendo il terremoto del 1693 distrutto parte della chiesa, si provvide al restauro collocando nella facciata principale il materiale antico, in modo da non deturpare l’artistica porta maggiore, furono mantenute le due scanalature ad un lato della porta, che rappresentano le antiche misure abolite (il palmo e la canna). Purtroppo non fu conservata l’antica disposizione dei bolognini; infatti i pezzi su cui era incisa un’antica iscrizione latina sono distribuiti qua e là nella facciata; e la magnifica vedetta primatica, di puro stile gotico, fu rivestita di un deforme camicione di ordine toscano che costituisce l’attuale campanile. Le due cappelle, del lato del campanile, furono unite da un muro, nel quale fu aperta un’altra porta.
Per queste parziali ricostruzioni e ristrutturazioni il tempio assume un aspetto imponente e, nella parte interna, moderno, cosicché sembrano due rabberciature non intonate all’ambiente, i due monumenti ricollocati a destra e a sinistra dell’entrata principale.
Nella cappella sono conservate le statue appartenenti alla chiesa di Santa Caterina e la splendida tela rappresentante il martirio di San Lorenzo, mentre nella sagrestia si possono ammirare i ritratti dei prelati Paolo Emanuele Iaci, Lorenzo Maria Scopazzo e Lorenzo Calcagno.