Settimane calde per il PD ennese

Enna. Dalle dinamiche tutte interne al Partito democratico, alle candidature per le regionali fino ad arrivare alla mozione di sfiducia al sindaco del capoluogo. Non si può certo negare che per i democratici ennesi siano delle settimane calde e le tre vicende sopra enunciate sono legate tra loro. In questi giorni si è detto della lotta per le candidature alle regionali mentre ieri l’attenzione si è spostata sulla mozione di sfiducia a Dipietro perchè è iniziata a circolare, da ambienti del Pd, la possibilità che la stessa venga ritirata o sostituita con un semplice dibattito politico. Alla base ci sarebbe una questione di opportunità visto che il Pd non ha più i numeri certi per approvarla. La decisione si sarebbe dovuta prendere questa sera ma il capogruppo Salvatore Cappa ha negato che ci sia questa opportunità evidenziando che non si può più tornare indietro dopo aver anche coinvolto tutto il partito con il referendum.
Nel frattempo sul tema prende parola il sindaco Maurizio Dipietro non prima, però, d’aver espresso il suo disappunto per il rinvio dell’arrivo del Prg in consiglio comunale. Lo bolla come un “fatto grave” e aggiunge: «Ancora una volta la conferenza dei capigruppo a maggioranza ha deciso di non fissare il consiglio comunale per l’esame e approvazione del Prg motivando il rinvio con l’esigenza di discutere prima la mozione sfiducia, trovo inconcepibile che un atto di straordinaria importanza anche dal punto di vista della legalità, cioè dal rispetto delle regole urbanistiche, resti fermo un anno e mezzo e che dei gruppi consiliari antepongano gli interessi politici a quelli della città». Su questa vicenda il presidente del Consiglio, Ezio De Rose, spiegherà presto qual è la situazione ed i tempi.
Attraverso il Prg Dipietro si fa un assist per parlare di sfiducia e attacca così: «Trovo farsesca la perdita di tempo intorno alla mozione sfiducia brandita per due anni sotto forme diverse, oggetto di referendum tra gli iscritti del Pd che la volevano subito, ma che ancora oggi non è stata calendarizzata».
Dipietro ha quindi sollecitato i promotori della mozione a prendere una decisione ed anche in tempi stretti: «Chiedo ai firmatari della mozione (14 consiglieri Pd e Gloria) di ritornare al loro ruolo, che è quello di governare in consiglio comunale, fissando immediatamente la data in cui discutere della sfiducia ovvero altrettanto immediatamente, se se ne sono pentiti, di rimangiarsela».
Restano dunque alti i toni del confronto tra le forze di governo e l’opposizione che ha presentato la mozione e dovrà adesso decidere quanto portarla in aula per dare seguito a quanto da loro proposto e poi deciso dagli iscritti tramite il referendum.