Enna, mozione sfiducia: altri due Consiglieri PD potrebbero non votarla

È attesa la data di convocazione (forse lunedì prossimo) del consiglio comunale in cui dovrà discutersi la mozione di sfiducia al sindaco Maurizio Dipietro. L’attesa è alta non tanto per l’esito, visto che salvo clamorose novità verrà bocciata, quanto per il futuro perchè la mozione sarà uno spartiacque nella politica comunale.
Rispetto alla scorsa primavera, quando si iniziò a parlare concretamente della sfiducia, molte cose sono cambiate e la sensazione è che tante altre muteranno. Innanzitutto il gruppo consiliare del Pd, che materialmente ha presentato la mozione (insieme al consigliere Gloria) ha perso l’unità di inizio consiliatura visto che due consiglieri, Savoca e Colaleo, rispetto alla sfiducia hanno scelto una strada diversa pur restando nel gruppo; una scelta, la loro, che ha messo in difficoltà altri consiglieri democratici.
Ma con l’avvicinarsi della data di discussione della mozione l’attenzione si concentra anche su altri due consiglieri del Pd che in questi mesi si sono detti non del tutto convinti delle motivazioni politiche dietro la sfiducia. Si tratta del presidente del Consiglio Ezio De Rose e della consigliera Emilia Lo Giudice i quali non è da escludere possano anche non votarla in aula. Dietro questa scelta, nel caso in cui si concretizzasse, potrebbe esserci anche una questione politica più larga e tutta interna al Pd. Non è un mistero la loro vicinanza al deputato regionale Mario Alloro che in questi giorni è al centro di messaggi “subliminali” da una parte del partito e che riguarda la candidatura alle regionali; le voci, le indiscrezioni e alcune riunioni degli ultimi dieci giorni hanno fatto trapelare alcuni nomi (Venezia e Lantieri). Sulla sfiducia, inoltre, i maggiorenti renziani (regionali e nazionali) in questi due mesi avrebbero chiesto allo stesso Alloro di prendere una posizione ufficiale e di contrarietà. Nei numeri nulla cambierebbe, ma nella sostanza avrebbe un significato politico molto importante in vista del futuro del Pd e con prospettiva alle regionali.
Le due vicende, la mozione di sfiducia ed elezioni, hanno insomma un legame tra loro e ben presto c’è da attendersi un risvolto che influenzerà la pace armata che oggi è sancita all’interno dei dem e che potrebbe durare fino alle elezioni regionali del 5 novembre anche se il primo assaggio di ciò che si attende per il prossimo autunno politico ennese si avrà, appunto, proprio con la discussione della mozione di sfiducia, un’occasione che sarà utile non solo per il Pd ma anche per il centrodestra (che ha ricomposto i rapporti con Dipietro) ed i due consiglieri del M5S che dopo la proposta di mozione messa a disposizione dei gruppi consiliari, ed andata a vuoto, dovranno dire quale sarà la loro posizione sulla mozione presentata dal Pd, anche se per loro è normale dire sempre NO, senza un vero progetto politico per la città.