A Leonforte la prima Sagra del “Sapituro”

A Leonforte la prima Sagra del “Sapituro”
Sapituro è, al paese mio, il cattedratico onnisciente. Colui che conosce la verità vera, la verità auto evidente, la verità assoluta, e si prodiga a rivelarla senza tema di smentita perché essendo la sua verità tautologica ed essendo soprattutto sua, ossia del Sapituro, (quella altrui è solamente curtigghiu poca cosa o cosa inutile), egli: il Sapituro la divulga, con la prodigalità del Buon Signore.
Io so e pur non avendo le prove asserisco, è il motto del Sapituro (Pasolini al sapituro leonfortese gli spiccia casa). E’ successo in passato, è successo ieri e succederà domani. E’ successo per il murale letterario, è successo per le strisce pedonali dell’ ipovedente, è successo per l’ospedale. Anni di marce, fiaccolate, discussioni, passerelle e opportunità di eroica necessità. L’eroe era il salvatore dell’ospedale, il disfattista chi ne metteva in discussione la reale capacità di assistenza e cura. E’ successo però che la struttura carente di personale, medicine e posti letto, si è rivelata una trappola in più occasioni. E’ successo. Il 118 ha l’obbligo di portare il malato o l’infortunato nel più vicino nosocomio, a prescindere dalle capacità del nosocomio e dalla patologia del paziente. Solo dopo la diagnosi il paziente potrà essere trasportato altrove, ma se la diagnosi è lenta o impossibile per la mancanza di personale e macchinari, il trasporto in un centro apposito risulterà intempestivo o peggio inutile. E’ successo che quanti hanno urlato le ragioni della sanità sotto casa si sono dovuti ricredere mettendo in discussione le certezze indiscutibili. E’ successo che quanti sapendo hanno taciuto o hanno predicato il falso, incistando il falso di illusioni. E’ successo che molti bisognosi d’aiuto recandosi al Ferro/Branciforti/Capra ne hanno avuto un dispiacere invece che un conforto. Ora che dire al Sapituro che ha brandito lo scudo dell’ospedale contro gli sciacalli che ne mettevano in guardia gli altri non ancora toccati dalla disgrazia? Il Ferro/Branciforti/Capra è ora dotato di una elipista agibile anche di notte. Ora a Leonforte e dintorni ci si può far male o sentirsi male anche dopo le venti prima, per anni, la cosa era sconsigliata. Prima il pronto soccorso attivo h24 faceva quello che poteva con il poco, pochissimo, che aveva. L’elipista resa agibile h24 dopo sei anni di trafila è stata “dedicata” a Gabriella Gallo. “Morta per la mancanza di questa struttura” si legge sulla targa che ne commemora la prematura morte. Viene da pensare che sarebbe stato opportuno indirizzare i bisognosi in un altrove meglio attrezzato. Opportuno e onesto verso la comunità ignara, ma poi ai Sapituri e ai persuasi dai Sapituri cosa avremmo detto? Avremmo potuto dire che da noi la sanità è da intendere ai livelli del cerotto per il bernoccolo o del disinfettante per la sbucciatura, livelli primitivi e essenziali indegni di un paese civile.

Gabriella Grasso