Troina, il reliquario della Madonna delle lacrime all’Oasi in ricordo di padre Ferlauto

Troina. E’ in pieno svolgimento la settimana di preghiera e di riflessione nella quale sono impegnati dipendenti dell’Oasi e fedeli della Chiesa di Troina, che avrà il suo momento più significativo domenica 1° ottobre quando arriverà a Troina il Reliquario della Madonna delle lacrime di Siracusa. Per rinnovare il patto dell’Oasi con Maria. E’ una manifestazione che si ripete ogni anno da 15 anni. A questa manifestazione, quest’anno, non ci sarà padre Luigi Ferlauto. Nella giornata di domenica si potranno ascoltare le testimonianze di Rosaria Barbera dell’Unitalsi e di una famiglia, che frequenta l’Oasi da poco tempo, e assistere alla messa che sarà celebrata dal vescovo della diocesi di Nicosia, mons. Salvatore Muratore, alle 17.00, nella sala dei 500. Di mattina, alle 11.54, nella sala Lazzati, padre Vito Vasta illustrerà i tratti essenziali della figura di padre Ferlauto. E’ stato un personaggio di rilievo padre Ferlauto. “E’ perfettamente esatto, e confermato da tutta l’esperienza storica, che il possibile non verrebbe mai raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile”, ammoniva Max Weber nel delineare le caratteristiche che deve avere un capo che si accinge ad una simile impresa. E quella tempra d’animo che deve avere un capo per reggere anche al crollo di tutte le speranze, padre Ferlauto ce l’aveva. Nei primi anni ’50 era impensabile che in un piccolo paese della Sicilia interna potesse nascere e svilupparsi un centro per il ricovero e cura dei disabili e per la ricerca scientifica. Con un simile capo alla sua guida, l’Oasi Maria SS ha raggiunto importanti traguardi di rilevanza nazionale e internazionale: il riconoscimento di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, di Centro di collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità nelle neuroscienze per la ricerca scientifica e per la formazione, socio della Rehabilitation che ha capo l’ONU, e il riconoscimento da parte della Regione di Centro di riferimento regionale. E’ sua l’idea della Città Aperta. Nella sua autobiografia “Sono un prete che crede in Dio”, descrive così questa sua idea di Città aperta come il luogo “dove i deboli convivono con i forti e dove i forti imparano a condividere con i deboli, dove gli anziani sono affiancati da giovani desiderosi di assaporare il passato che rischia di scomparire e dove questi anziani escono dalla solitudine, nella quale la vita li segrega, per sentirsi utili, dove ognuno è qualcuno da amare”. L’Oasi con l’Irccs e le sue società, fondata e costruita da padre Ferlauto nella sua lunga e spesso travagliata esistenza terrena, è una holding che ha una forte presa economica su Troina. Con le sue molteplici attività che spaziano in campi diversi, e talvolta distanti, non ha innescato però processi di sviluppo economico in grado di autosostenersi. Ma realisticamente bisogna ammettere che Troina starebbe peggio di come sta, se non ci fosse l’Oasi. Che ne sarà dell’Oasi dopo la scomparsa del suo profetico e visionario, nel senso che aveva chiaro in testa quello che voleva, fondatore e infaticabile costruttore? Si chiude una lunga fase durata poco più di 60 anni e se ne apre un’altra non facile e piena di incognite di cui ancora non si vedono le direttrici di marcia. Si impone oggi con forza al centro del dibattito pubblico locale quella domanda che si sentivano fare nei primi anni ’90 del secolo scorso due studiosi attenti e scrupolosi di Troina, i sociologi Clifford J. Jansen (Sud Africa) e Anton J. Jansen (Olanda), “What will happen when he retires o dies? (Che cosa accadrà quando egli si ritira o muore?) e riportata nel loro libro “Sociological and economic change in the peasant society of Troina, Sicily”. Quel momento è già avvenuto e la domanda è diventata di drammatica attualità. Dalla risposta dipende il futuro non solo dell’Oasi, ma anche di Troina come paese con seri problemi di sviluppo.

Silvano Privitera