Calascibetta: Violata la privacy dell’assessore Maria Rita Speciale. È il secondo atto persecutorio

Calascibetta. Qualcuno, alcuni mesi fa, ha tagliato le gomme della sua Audi TT, parcheggiata in Via Maddalena sotto casa dei genitori. L’altro ieri, invece, hanno violato la sua privacy. Stiamo parlando dell’assessore alla Cultura, Maria Rita Speciale, che dalla scorsa primavera si trova sotto il fuoco incrociato. Ignoti, sabato notte, sono entrati sul suo profilo Facebook e hanno pubblicato delle conversazioni riguardanti la vita privata della Speciale. Un episodio gravissimo che l’assessore ha denunciato ieri alla Polizia Postale di Caltanissetta. “Anche questa volta, escludo categoricamente che possa trattarsi di un gesto legato alla mia vita politica – ha detto Maria Rita Speciale – Violare la mia sfera privata è un atto vile e spero che al più presto la Polizia riesca a far luce sull’episodio. Chi ha commesso questa azione infame dovrà essere punito dalla Giustizia”.
Sabato scorso, accendendo il telefonino e collegandosi su Facebook, la Speciale si è trovata le chat private, che tutti potevano leggere, nella sua bacheca. É come se lei stessa avesse deciso di mettere in pasto ai “leoni” la sua vita sentimentale. L’imbarazzo naturalmente è stato notevole. Chi ha commesso questo gesto conosceva, presumibilmente, la password oppure, cosa ancora più grave, ha commesso quello che in gergo si chiama hackeraggio, introducendosi illegalmente nel sistema informatico con l’obiettivo di “infangare” l’immagine della Speciale. Lei, su Facebook, ha scritto: “Stamattina (sabato) al mio risveglio trovare screen shot di conversazioni fatte su Facebook e su Instagram che mi riguardano, accuratamente create e tagliate per fare apparire una realtà diversa da quella che è, non è stato per nulla piacevole. Conversazioni che appartengono a momenti differenti che altro non sono che chiacchiere tra amici, a volte stupide e ironiche. Ma chiacchiere. Purtroppo- ha continuato Maria Rita Speciale – chi mi ha rubato l’identità su Facebook e su Instagram ha già perso la dignità da tempo ma per cose ben più gravi di quattro chiacchiere. Ora chi vuole continuare a divertirsi che lo faccia pure, ma sappiate che da sei mesi sono in corso indagini per capire chi è riuscito ad ottenere la mia password e si diverte, camuffandosi dietro il mio nome, a scrivere messaggi compromettenti anche alla mia cerchia di amici e amiche. Mi scuso con le persone coinvolte e mi auguro che l’intelligenza dei miei concittadini e delle persone che mi stanno vicine sia di gran lunga superiore alla voglia di fare gossip”. Insomma sarà compito della Polizia cercare di smascherare l’autore del fattaccio. Anche se il danno, purtroppo, è stato fatto.

Francesco Librizzi