Semafori. A Leonforte piovono notifiche, fotofinish col dubbio

Leonforte. Dopo lo ZTL “senza se e senza ma”, che ha contribuito all’inasprimento del dialogo fra l’amministrazione e la cittadinanza, è arrivato il fotofinish col dubbio. I semafori all’ingresso nord del paese rafforzati dai dispositivi di rilevamento automatico, sono diventati un’incognita. Passo o non passo? Se passo con l’arancione è multa? Se la ruota anteriore sfiora la poco visibile linea bianca ho l’attenuante? Se l’infrazione infrabiennale è multipla mi vengono i vigili a casa e mi strappano la patente?
Al semaforo si assiste ogni giorno a una sorta di danza, le auto arrivano e comincia un timido avanti e indietro e allora c’è chi per non sbagliare si ferma col verde, in attesa che il via venga fischiato direttamente dalla Catena; c’è chi dialoga con le telecamere, aggiustando il labiale con mani e braccia; e c’è chi sopporta sperando di partecipare all’incremento delle casse comunali. “Non è un’operazione per fare cassa” tranquillizza chi di dovere e solo educazione civica e il contribuente è felice di crederlo. E poi si sa che superato l’esame di guida la precedenza è di chi se la prende. Si potrebbe anche aggiungere un originale tentativo di integrazione culturale con i “vù cumprà”, che aiutano a passare il tempo aspettando che l’arcano si sciolga e quello davanti si decida a passare. In attesa che venga rinominata la provincia e si giunga ad un onesto accordo sui proventi delle SP, il comune potrebbe usare anche il Viale Michelangelo per educare il cittadino al rispetto della velocità. Il suddetto viale ha infatti un limite di 40km/h da tutti bellamente ignorato. Si potrebbe videomunirlo, recuperando le telecamere di piazza Margherita, e col ricavato uscire dalla deprecabile condizione in cui versa il nostro paesello cominciando col puntellare Santa Croce, alla faccia di Nardella.

Gabriella Grasso