Leonforte. Irene Varveri fa bis premi con New Man

In occasione della XVI edizione del premio nazionale Basile, tenutasi a Bologna il 17 novembre, a New man, l’eroe che è in me, vengono assegnati due prestigiosi riconoscimenti: una segnalazione di eccellenza ed il premio Innovazione in Pubblica Amministrazione. Vivienna seguì il lavoro di preparazione e realizzazione del progetto condividendone pienamente le finalità. Il progetto New Man nacque dal desiderio della dottoressa Irene Varveri di riabilitare il lavoratore offeso con l’arte, l’arte della recitazione. E così fu, si portò in scena il racconto degli assistiti INAIL dell’ennese. E il teatro si fece laboratorio di condivisione, nuova esperienza e voglia di ricominciare. Il lavoro che sfama e affama, il lavoro che fa l’uomo nelle parole e nelle lacrime di quegli uomini e delle loro famiglie alienava trasformando l’artigiano in assistito. Mai una parola cattiva fu detta sul lavoro: desiderato, rimpianto, rispettato. Gli uomini scippati della loro integrità fisica dal lavoro al lavoro rendevano sempre omaggio “perché se un uomo non lavora che uomo è?” dicevano tutti. “Questo secondo premio è stato quello che più mi ha emozionato perché, pur nella consapevolezza di aver realizzato un progetto innovativo, non si è mai sicuri di aver centrato appieno l’obiettivo” dice Irene Varveri, responsabile dell’ufficio di reinserimento sociale e lavorativo dell’Inail di Enna. “L’idea primigenia per questo progetto è stata quella di utilizzare la vecchia e sempre attuale pratica aristotelica della catarsi nel teatro. Pertanto le storie di chi ha subito un trauma sul lavoro e per lavoro, le tragedie della porta accanto, i drammi sottaciuti, sono diventati materia di copione ed hanno dato vita allo spettacolo: In balia di un attimo. Attendo notizie per continuare questo progetto con una seconda fase, che partirà a breve. È necessario, continuare è la giusta prosecuzione. Coinvolgeremo altri comuni della provincia per ampliarlo. Cito in particolare Troina, storicamente teatro di una delle più gravi tragedie collettive sul lavoro in Italia nel lontano 1950, cittadina attenta alla memoria e a non lasciare nell’oblio i caduti sul lavoro, sensibile a temi così profondi. Ringrazio chi ha collaborato con me per la realizzazione di questo progetto con le proprie competenze e la propria professionalità: Federico Fiorenza, Gabriella Grasso, Sandro Rossino e Giuseppe Guagliardo. Ringrazio soprattutto i miei assistiti: senza di loro non si sarebbe potuto realizzare niente di tutto questo. Il vero riconoscimento è l’aver constatato una modifica in positivo delle loro abitudini di vita. Questo è il vero riconoscimento, questo è il vero premio. Il premio è il loro” poi dopo una breve pausa Irene aggiunge “penso che un valore aggiunto sia il fatto che oggi, 17 novembre 2017 è anche la morte di Riina. Nel giorno della morte di un mafioso che ha offeso la dignità del lavoro e di tanti lavoratori onesti arriva un Basile”. Filippo Basile era un uomo normale. Il lavoro per Filippo Basile veniva prima di tutto. Il 5 luglio del 1999 Basile venne ammazzato per non aver voluto capire che certe pratiche vanno spicciate anche se contravvengono alle regole e quella pratica che riguardava Velio Sprio, amico degli nemici, portatore di pacchetti di voti, doveva essere evasa. Quello che si doveva fare andava fatto. Senza se e senza ma. Filippo Basile che riconosceva nella formazione il punto di incontro fra le potenzialità e i bisogni dell’individuo e le potenzialità e i bisogni dell’organizzazione certe cose però proprio non le capiva e per questo è morto “sparato” sotto il suo ufficio senza che nessuno vedesse o sentisse cosa.
Il premio è nato nel 2001, la richiesta fu rappresentata a Milano durante un direttivo presieduto da Franco Angeli, anch’egli un uomo “normale”, tanto colto quanto modesto, un vero modello di comportamento a testimonianza che l’arroganza e la presunzione appartengono solamente ai mediocri. “Maestro non è colui che sa, ma colui che traccia per primo una strada sulla quale altri cammineranno: per un tratto, spesso il più difficile, egli la percorre, la indica a coloro che attendono un orientamento, la annuncia a quanti cerchino una direzione da seguire. Spesso si diventa Maestri per caso, per quelle circostanze inaspettate che la vita ci pone davanti e che la libertà dell’uomo potrebbe anche far rifiutare, svoltando comodamente al primo dei tanti vicoli che la vita offre a chi volesse nascondersi nella comodità dell’anonimato. E’ quello il bivio in cui si diventa Maestri, e lì la scelta che trasforma uno tra tanti in uno da seguire. Filippo Basile avrebbe potuto imboccare uno di quei comodi vicoli e corridoi di cui sono piene tutte le Organizzazioni ma ha preferito non farlo. Lontano dalla luce dei riflettori, a microfoni spenti, in compagnia di pochi altri collaboratori, è andato avanti, inconsapevole forse di diventare un Maestro, consapevole certamente di ciò che andava fatto per essere all’altezza della propria dignità di uomo e di pubblico funzionario”.
Un plauso a New Man e un doveroso ricordo a Filippo Basile.

Gabriella Grasso