A Nicosia presentato l’evento: “La paura della peste: La Morte nera tra XVI e XVII secolo”

Nicosia. Presso la suggestiva Chiesa di San Calogero, è stato presentato l’ultimo libro di Giada Trebeschi “Il Vampiro di Venezia”, sabato 18 novembre. Ma non si è trattata di una classica presentazione, bensì di una esperienza che ha coinvolto il pubblico a 360°. A partire già dalla location. Chi entrava nella chiesa di San Calogero aveva l’ “opportunità”, infatti, di ammirare uno scheletro con una pietra conficcata in bocca. È il legame tra il romanzo e la realtà storica in cui la vicenda raccontata è ambientata. Un periodo di superstizione. Un periodo di peste. Ed è da qui che la presentazione del romanzo diventa uno stimolo per creare un momento culturale per approfondire il tema della peste nella storia, con particolare riferimento al territorio nicosiano. E l’evento, infatti, in tutta la sua sintesi, prende il titolo di “La paura della peste: La Morte nera tra XVI e XVII secolo” curato da Maria Elena Costa. Dopo i saluti iniziali, a prendere la parola è stata la ricercatrice e docente di storia moderna Elena Frasca, la quale ha contestualizzato il fenomeno della peste concentrandosi soprattutto in Sicilia. Dopo quest’intervento, Maria Elena Costa, organizzatrice dell’evento nonché dottore di ricerca in storia moderna, ha, in una specie di zoom geografico, parlato dell’epidemia di peste a Nicosia. In particolare alle tre epidemie che si sono succedute tra il XVI e XVII secolo. Ovviamente la più conosciuta e ricordata nel territorio Nicosiano è la peste del 1626, sia perché la più distruttiva, ma anche perché legata al miracolo del Padre della Misericordia (celebre crocifisso custodito all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore) e che proprio il giorno prima, 18 novembre, terzo venerdì del mese, come tradizione si è effettuata la processione per le vie del paese. Dopo queste interessantissime pillole di storia, si è passati alla vera e propria presentazione del romanzo. A intervistare l’autrice (la quale si è presentata al pubblico in maniera particolare, con un cappuccio che, inizialmente, le copriva la testa, simile alla persona incappucciata sulla copertina del suo romanzo) è stata una locale giornalista. Da questa intervista sono emersi diversi e interessanti aspetti del romanzo, che gioca molto sul dubbio, sulla superstizione e sul doppio. Nel testo sono anche presenti riferimenti a Marcello Capra, importante medico nicosiano. E durante l’intervista il pubblico è stato reso partecipe della presentazione anche con il coinvolgimento dei cinque sensi, dall’udito all’olfatto fino al tatto, alla vista e al gusto! È stata infatti proposta la lettura di un brano del romanzo accompagnando il tutto con l’assaggio, rigorosamente ad occhi chiusi, di un cioccolatino realizzato per l’occasione dal pasticciere locale Felice La Porta e offerto a tutti i presenti (lo scrivente, che era presente, testimonia la particolarità e l’interessante “sposalizio” creatosi con questo particolare connubio tra lettura e gusto).
Un evento senz’altro unico e particolare nel suo genere a Nicosia. Un evento di pregio che testimonia un fiorente desiderio di cultura e di bello. Un evento che testimonia all’interno di Nicosia la presenza di importanti risorse umane, intellettuali e materiali che, continuando così, porteranno finalmente a quel Rinascimento Nicosiano di cui si ha tanto bisogno.

Alain Calò