Valguarnera. Approvazione delibera riguardante accesso atti dei consiglieri non sarebbe legittima. Chiesto un quesito alla Regione dal Presidente del consiglio e dal Segretario generale

Valguarnera. Dubbi e perplessità a distanza di un mese affiorano nelle menti del presidente del consiglio Enrico Scozzarella e del segretario generale del Comune Pier Paolo Nicolosi su quella famigerata delibera attinente il diritto di accesso agli atti comunali da parte dei consiglieri, approvata la sera dell’11 novembre scorso. Approvazione, come si ricorderà, che scatenò una infinità di polemiche ed un gesto plateale da parte dei consiglieri di minoranza che si imbavagliarono in Aula in segno di protesta, dopo aver chiesto invano il ritiro dell’atto ritenuto illegittimo. Proprio qualche giorno fa, il presidente del civico consesso e il dirigente generale hanno chiesto un parere all’Assessorato regionale delle Autonomie Locali per sapere se quell’atto approvato dalla sola maggioranza con soli 6 voti su 15, fosse legittimo o meno. Nella fattispecie hanno chiesto se per l’approvazione del regolamento in oggetto, occorra l’applicazione dello Statuto che prevede la maggioranza assoluta o è sufficiente quella semplice? A fare scoppiare la miccia sono stati i gruppi consiliari di minoranza dell’Altra Voce e di Forza Italia che con nota inviata proprio qualche giorno prima al presidente Scozzarella e al segretario generale Nicolosi, hanno chiesto di provvedere immediatamente alla revoca della delibera in oggetto per violazione dello Statuto comunale. Per i due gruppi consiliari “la violazione consiste nel fatto che tale delibera è stata votata da 6 Consiglieri Comunali su un totale di 15 e pertanto risulta essere palesemente in contrasto con il comma 1 dell’art. 10 dello Statuto Comunale, il quale sancisce che il Consiglio Comunale adotta, a maggioranza assoluta dei Consiglieri assegnati (quindi 8 su 15) propri regolamenti per la disciplina e la specificazione del funzionamento del Consiglio e delle commissioni, dell’esercizio delle funzioni e prerogative dei Consiglieri”. I due gruppi consiliari hanno evidenziato inoltre, che tale regolamento è stato contestato pure che da vari movimenti politici e civici locali che hanno promosso una raccolta firma alla quale hanno partecipato centinaia di liberi cittadini, uniti nella difesa della “Libertà” e della “Trasparenza” contro un atto che mortifica le prerogative democratiche delle minoranze. “Il fatto che nessuno, né il presidente del consiglio né il segretario comunale- scrivono nella nota congiunta- si sia accorto della palese violazione statutaria dimostra ulteriormente come la “cosa pubblica” sia gestita in maniera superficiale. Tale superficialità, unita ad un’arroganza comportamentale senza precedenti all’interno delle nostre istituzioni comunali genera uno stato di disagio istituzionale e politico che non garantisce un governo serio e responsabile e che isola ulteriormente la nostra comunità nel contesto provinciale. Oggi- concludono- attendiamo che correttamente il Presidente del Consiglio ammetta di avere sbagliato e provveda a proporre l’annullamento dell’atto, per ridare dignità all’Istituzione consiliare”.

Rino Caltagirone