Il dialetto gallo-italico rappresenta la lingua di Nicosia

Un importante poeta siciliano, Ignazio Buttitta, in un suo bellissimo componimento lancia un chiaro monito: un popolo diventa povero e servo quando gli viene tolta la lingua, tesoro ed eredità da parte dei padri. E il nostro dialetto gallo-italico rappresenta la lingua di Nicosia. La nostra lingua. La nostra storia. La nostra più importante radice.
Oggi il relativismo valoriale ci sta spingendo in una strada che conduce al pensiero unico e omologato. Stiamo imboccando una strada che ci porterà all’annullamento di noi stessi perché, sulla via del relativismo, dimenticheremo (anzi cancelleremo) i nostri usi, costumi, la nostra storia e il nostro particolare dialetto (visto come lingua di “serie B”, per non dire del “popolino ignorante”). Non possiamo permettere una cosa del genere soprattutto per il nostro bene. Perché, se dovesse vincere questo tipo di politica, a breve ci troveremo senza storia e senza casa. Cosa saremo? Orfani!
Un grande plauso al Rotaract di Nicosia che giorno 2, alle ore 18.00, presso l’aula consiliare del Comune di Nicosia, ha donato le targhe di benvenuto alla città.
Queste iniziative, seppur piccole, portano nel proprio DNA la voglia di cambiare rotta e lottare con i pugni e con i denti per la nostra identità. Le targhe infatti hanno la scritta di benvenuto in tre lingue: italiano, inglese e gallo-italico. Così chi verrà a Nicosia saprà che Nicosia non è un nome su una carta geografica, ma è un “organismo” vivo con la sua storia (fatta da 24 Baroni e 2 Cristi, ma potremmo continuare per molto tempo), con i suoi usi, le sue tradizioni e una sua lingua.
Una lingua che si presta anche al componimento poetico o nella prosa. E molte sono le personalità che negli anni si sono cimentati nel creare opere artistiche in gallo-italico (abbiamo una letteratura in gallo-italico! una ricchezza così vasta di cui dobbiamo andare orgogliosi). Una celebre poetessa che usa il dialetto è la prof.ssa Grazia Gangitano la quale, durante la manifestazione di giorno 2, ha allietato tutti i presenti con suoi componimenti. È stata quindi una giornata dedicata alla valorizzazione del dialetto soprattutto tra i più giovani. Perché se i giovani, adulti del futuro, non parlano il dialetto, ahimè, il nostro futuro ci conduce all’oblio.

Alain Calò