Cerami. Tutti sanno che un Comune si anima politicamente al momento delle elezioni

Tutti sanno che un Comune si anima politicamente al momento delle elezioni. Ma in Comuni piccoli come quelli presenti nell’entroterra ennese un rito laico e veramente coinvolgente politicamente sono le elezioni comunali. Un momento “sacro” e “profano” al contempo. Sacro perché la politica, nel senso di “arte del governo della polis”, attira quell’interesse fondamentale che dovrebbe sempre avere in quanto solo attraverso la politica, nel processo dialettico di idee e ideologie, può condurre alla guida di una comunità. Profano perché il nobile spirito delle idee viene “arricchito” (qualcuno direbbe “macchiato”, ma sono punti di vista) da quel termine intraducibile in italiano che è il “curtigghiu” (con “pettegolezzo” siamo ben lontani per tradurre questa vera e propria “arte”). Soprattutto nei piccoli Comuni dove tutti ci conosciamo. Conosciamo i nostri pregi (e quelli degli altri) e i nostri difetti (e, soprattutto, quelli degli altri). Tramite il curtigghiu la politica diventa più umana e più vera. Ritorna al popolo. Fa vedere i politici con occhi reali e non con gli occhi miopi di un’ideologia. I giorni di campagna elettorale sono giorni ricchi, vissuti e pieni. I cittadini tutti respirano aria di politica. E riconoscono l’importante valore del proprio ruolo di elettori. E quest’aria sarà respirata in diversi Comuni nell’ennese.
Siccome a Nicosia siamo ancora ben lontani dalle comunali, proviamo, anche in una sorta di “fumo passivo” di respirare aria di campagna elettorale nei Comuni vicini. E il più vicino è Cerami. Paese che vanta origini per giunta dal quartiere Ceramico di Atene (quindi dalla storia di tutto rispetto). Un paesino piccolo ma vivo, accovacciato (anzi “disteso come un vecchio addormentato”) tra Nicosia e Troina (quest’ultima anche in fermento elettorale). L’aria “elettorale”, ovviamente, oggi si respira tramite i “rumors” facebookiani. E, ad un certo punto, mi trovo in una pagina con un tizio su una scala che guarda oltre un muro. E sotto la scritta “Comitato Promotore Lista Civica – Silvestro Chiovetta Sindaco”. Ecco una “folata di vento”. A ben vedere sembra un candidato come tutti gli altri. Eppure una frase colpisce. Anzi, più che una frase, un’espressione. LIBERTA’ DI SPERARE. Non è un sperare. E non è solo libertà. È un’espressione che in questo territorio potrebbe fare scuola. Ormai, lo vediamo ogni giorno, la disperazione è protagonista assoluta delle cronache del collegio nord di Enna. Giovani che vanno via. Comuni sempre più spopolati e vittime di tagli scientificamente studiati dall’alto. Infrastrutture fatiscenti. Sembra quasi che chi di speranza campa disperato muore. Ma qui nessuno campa più di speranza. Ci stiamo arrendendo tutti, costretti dalla società ad arrenderci (i Golia che battono Davide). Ma poi ti trovi che la speranza è un atto di libertà. C’è una pagina Facebook dietro al quale c’è un progetto politico che ti dice “libertà di sperare”. Quindi Spera (non arrenderti). Anzi… spera liberamente… quindi sentiti libero. E la libertà è uno, anzi il primo dei fattori dell’autodeterminazione dell’individuo. Quindi, ancor prima di sperare e di farlo liberamente… sentiti vivo. È un invito a sentirci persona, membro di una comunità e persona fisica con intima moralità e dignità. Quindi ora capisco anche quel tizio (o meglio, è la mia impressione che, come tale può essere smentita). È un tizio che guarda oltre il muro della costrizione e della disperazione. È un tizio che guarda oltre verso l’infinita libertà che lo fanno diventare non un tizio qualunque ma una persona. Un bel messaggio aldilà di qualunque fine politico. Vediamo come andrà a finire. Con il lieto fine o come nella poesia di Montale dove sopra il muro troviamo cocci di vetro pronti a ferirci? Alla Storia l’ultima parola.

Alain Calò