Lavora a Piazza Armerina ma la paga l’Unione dei Comuni della Valdera

PONTEDERA. È sulla pianta organica dell’Unione dei Comuni della Valdera, lavora a Piazza Armerina, in provincia di Enna, riceve lo stipendio dall’Unione della Valdera che poi, circa un mese dopo, se lo fa rimborsare. È quanto succede da anni (potrà andare avanti così per un massimo di tre anni) con una vigilessa (qualifica agente scelto) che da un comune dell’Isola d’Elba aveva chiesto (nel 2010) ed in seguito ottenuto il trasferimento con la mobilità in un comune dell’Alta Valdera che poi ha associato il servizio della polizia municipale nell’Unione dei Comuni. I colleghi però l’hanno vista solo per poco tempo.

A Pontedera, per esempio, pochi ricordano questo trasferimento dalla provincia di Livorno. Dopo il periodo di prova l’agente ha presentato una richiesta di 104 e l’ha ottenuta, a quanto risulta dagli atti ed è stato confermato dalla stessa polizia locale dell’Unione. Si è quindi trasferita in Sicilia, per assistere un familiare, e ha chiesto di essere assegnata al Comune di Piazza Armerina, in provincia di Enna. In tutto questo tempo che è trascorso – la storia risale infatti al passato – non è stato ancora possibile concretizzare il trasferimento effettivo. E ora che si parla sempre più spesso dei “furbetti” della 104, dei permessi e della mancanza di adeguati controlli preventivi, è saltata fuori la storia – i dirigenti dell’Unione assicurano che non ci sono irregolarità o profili di rilevanza penale – della collega che nessuno ha mai visto al lavoro sulle strade della Valdera o negli uffici dei comuni dell’Unione. Le storture della legge 104, che pure è un diritto sacrosanto che tutela chi si trova ad assistere anziani parenti e disabili, non riguardano solo la scuola, e in particolare la precedenza sui trasferimenti. La casistica è ampia, come dimostra la storia della vigilessa che avrebbe dovuto prestare servizio in Alta Valdera. Il suo posto nella pianta organica non può essere toccato e se l’Unione ha bisogno di potenziare l’organico, senza rinunciare all’agente che è andata in Sicilia, deve ricorrere a contratti a termine.

Il dottor Andrea Gazzotti, vice comandante generale del corpo unico di polizia locale, conferma di essere a conoscenza della vicenda ma che tutto avviene secondo quanto previsto dalla legge. «Per tre anni un dipendente può richiedere – spiega – di essere assegnato ad un altro ente, per essere più vicino a casa». La norma sull’assistenza di anziani e disabili a volte

complica la vita degli enti pubblici. In questo caso a lasciare perplessi i colleghi e chi è a conoscenza del posto occupato in pianta organica da una persona che di fatto lavora altrove è stata la durata di questo “scambio” tra i due Comuni.

by Sabrina Chiellini per iltirreno.gelocal.it/pontedera