All’alba di stamane, la Polizia di Stato, a conclusione di articolata e complessa attività investigativa, ha eseguito quattro misure cautelari a carico di soggetti di Leonforte, in esecuzione di ordinanza applicativa della Custodia Cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Enna, dottoressa Luisa Maria Bruno, giusta richiesta del P.M. titolare dell’indagine, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, nella persona del Dottor Francesco Rio, a carico di:
Custodia Cautelare in Carcere:
Misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria:
INDAGATI
MAIMONE BARONELLO Carmelo
con l’aggravante di aver agito nei confronti di persone in stato di bisogno.
B. G.
MAIMONE BARONELLO Angelo
MAIMONE BARONELLO Angelo e RINALDI Carmelo
MAIMONE BARONELLO Carmelo, MAIMONE BARONELLO Angelo
I Fatti
L’articolata e complessa attività investigativa svolta dal personale della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. di Leonforte ha consentito di accertare l’attività di un gruppo criminale operante a Leonforte e nelle zone limitrofe, dedito alla commissione dei reati di usura ed estorsione anche nei confronti di persone in stato di bisogno. Il gruppo poteva contare sulla forza intimidatrice derivante dal possesso di un discreto arsenale di armi, parte del quale veniva rinvenuto e sequestrato nel corso delle investigazioni. A testimonianza della pericolosità e della mancanza di scrupoli del gruppo criminale in argomento venivano accertare, inoltre, diversi tentativi di estorsione posti in essere ai danni delle medesime vittime, le quali, spesso, erano costrette, con forza e minacce, a cedere denaro agli odierni indagati. L’emissione della predetta ordinanza è il risultato di un’articolata e complessa indagine che trae origine dalle informazioni acquisite dal personale del Commissariato di P.S. di Leonforte, in ordine ad un giro di “usura” praticata da MAIMONE BARONELLO Carmelo, svolto anche in concorso con altri soggetti.
La conseguente attività tecnica, telefonica e ambientale, a carico degli indagati, supportata dai classici servizi di pedinamento ed osservazione, consentiva di riscontrare l’iniziale ipotesi investigativa e di acquisire consistenti elementi indizianti a carico di MAIMONE BARONELLO Carmelo il quale era solito prestare, anche in concorso di altri collaboratori, a diversi “clienti” somme di denaro, più o meno ingenti, applicando, poi, tassi di interesse certamente non legali e quasi sempre approfittando del loro stato di bisogno. MAIMONE BARONELLO Carmelo era solito chiedere la restituzione del denaro e degli interessi applicati con toni adirati, minacciando spesso le vittime anche di ripercussioni fisiche ed avvalendosi al fine di ottenere il suo scopo della considerazione di cui gode negli ambienti criminali leonfortesi e delle zone limitrofe, circostanza, questa, che incuteva notevole timore tra le vittime. Nel corso delle investigazioni si accertava che MAIMONE BARONELLO Carmelo già da tempo cedeva denaro a molte persone, tutte in particolare stato di indigenza e impossibilitate ad accedere a crediti presso istituti bancari e finanziari; veniva, inoltre, accertato che parecchie vittime si rivolgevano all’odierno arrestato in evidente stato di necessità, dovendo con quel denaro acquistare beni di prima necessità. Il MAIMONE BARONELLO era solito richiedere un “surplus” di interessi pari al cento per cento, tasso che saliva ulteriormente nel caso in cui tra il prestito e la restituzione intercorreva un lungo lasso di tempo.
L’attività illecita posta in essere da MAIMONE BARONELLO Carmelo veniva accertata anche in base a riscontri oggettivi, quali il rinvenimento di appunti, scritti e agende, rinvenute a seguito di perquisizioni domiciliari effettuate presso l’abitazione di alcune vittime.
Oltre agli episodi di usura accertati e riscontrati, gli operatori del Commissariato di P.S. di Leonforte rilevavano anche l’esistenza di diversi prestiti di somme di denaro a molte altre persone dei quali, attesa la mancanza di elementi utili a riscontrare l’ammontare iniziale del capitale, la somma finale restituita e il lasso di tempo intercorso tra il prestito e la restituzione, non si poteva accertare la natura usuraria, ma, tuttavia, si poteva accertare che tali prestiti venivano effettuati in evidente violazione delle vigenti regole di concessione di finanziamento bancario nei confronti di privati. L’attività di indagine è stata svolta quasi senza l’ausilio o collaborazione delle vittime, atteso che solo una di esse ha proceduto a denunciare i fatti presso gli uffici di polizia, manifestando, tuttavia, particolari timori di eventuali ritorsioni da parte degli indagati, perché conosciuti come persone violente e pericolose.
L’indagine ha permesso di appurare, inoltre, una “faida “ familiare tra due degli odierni arrestati, i fratelli MAIMONE BARONELLO Carmelo e Angelo e un terzo fratello, legata alla suddivisione di beni, motivo per il quale sia Carmelo che Angelo, in diverse conversazioni, si lasciavano andare a minacce, anche di morte, nei confronti del fratello e di soggetti a lui vicini.
L’interpretazione complessiva delle numerose conversazioni intercettate, suffragata da mirati servizi di P.G., quali appostamenti, pedinamenti e perquisizioni, ha permesso, inoltre, di dimostrare come gli odierni indagati fossero in possesso anche di numerose armi da fuoco. Infatti, da talune affermazioni registrate in modalità ambientale si accertava, infatti, che MAIMONE BARONELLO Angelo, per sua stessa ammissione, fosse in possesso di una pistola e di diverse munizioni cedutegli, da B. G., ed inoltre di diverse pistole.
Lo stesso Angelo, inoltre, in occasione dell’arresto di MINGARI FAVVENTO Salvatore, effettuato da personale del Commissariato di P.S. di Leonforte e della Squadra Mobile di Enna nel maggio 2017, nell’ambito dell’operazione denominata “MUUDS WEEDS TOO”, nel commentare la notizia asseriva esplicitamente di essere stato lui a cedere al MINGARI un fucile, arma effettivamente rinvenuta da personale del Commissariato di P.S. di Leonforte nel luglio 2014, nel corso di una perquisizione esperita presso la proprietà di MINGARI FAVVENTO Salvatore e che gli era stata, a sua volta, cedutagli da RINALDI Carmelo.
L’attività permetteva, inoltre, di acclarare la detenzione illegale ed il possesso di armi e munizioni da parte dei fratelli MAIMONE BARONELLO Carmelo, Angelo e di altri soggetti, quali M.B.G., L.P.S. e R.G.;
Al fine di riscontrare e documentare la detenzione e il possesso delle predette armi il personale della Squadra di Polizia giudiziaria effettuava, infatti, due perquisizioni domiciliari presso l’azienda agricola sita a Nissoria in “C.da Cipolla”, una nel mese di giugno e una nel mese di ottobre del 2017.
La tenacia degli investigatori permetteva, tuttavia, di rinvenire nella prima perquisizione del 17 giugno 2017 n°28 cartucce calibro 12, di diverse marche; n°14 cartucce calibro 12, di diverse marche; n°1 fucile cal.12, privo di marca, risultato rubato il 19.10.1996; n°1 pistola calibro 7,65, marca “Bernardelli” con matricola abrasa; n°4 caricatori ognuno dei quali con n°8 cartucce, marca Fiocchi, calibro 7,65, per un totale di 32 cartucce; n°1 pacco di cartucce, calibro 7,65, marca Fiocchi contenente n°49 cartucce; n°18 cartucce, calibro 7,65; n°28 cartucce, calibro 7,65; n°40 cartucce, calibro 7,65 una pistola calibro 7,65, marca “Beretta”, modello 50, con matricola n°L39349, n°2 caricatori carichi, ciascuno, di otto cartucce ed ulteriori n°6 cartucce tutte del medesimo calibro.
Nel corso della seconda perquisizione effettuata il 13 e 14 ottobre 2017, seguendo gli spostamenti di un collaboratore di MAIMONE BARONELLO Carmelo, R.G., venivano rinvenute, 15 munizioni cal.7,65 e n.1 cartuccia cal. 12, caricata a pallettoni. Nella medesima giornata, il personale del Commissariato procedeva ad un mirato servizio di osservazione e di pedinamento che consentiva di accertare come MAIMONE BARONELLO Carmelo, di notte, avesse prelevato qualcosa da una sua seconda proprietà e l’avesse occultata sottoterra, in una vicina contrada. L’ispezione di detti luoghi, permetteva di rinvenire, occultata, sotto delle pietre, una pistola calibro 7,65, marca “Beretta”, n°2 caricatori carichi, ciascuno, di otto cartucce del medesimo calibro ed ulteriori n°6 cartucce.
Nel corso delle fruttuose attività di perquisizione, inoltre, si evidenziava la particolare tecnica di occultamento delle armi posta in essere dai fratelli MAIMONE BARONELLO e dai loro collaboratori, i quali erano soliti interrare le armi in punti isolati dei terreni, occultandole all’interno di tubi di gomma.
Nell’ambito della complessiva attività sono stati indagati diversi altri soggetti per i quali non sono state, tuttavia, emesse misure cautelari.
Gli arrestati, catturati dal Commissariato di P.S. di Leonforte, dopo gli adempimenti di rito, venivano collocati, presso la casa circondariale di Enna , come disposto dall’A.G. procedente, la Procura della Repubblica di Enna, che ha coordinato brillantemente le indagini, nella persona del Dott. Francesco Rio prima e del Dott. Orazio Longo dopo.
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