Nel 1971 il piccolo coro dell’Antoniano cantava una simpatica canzone che rimase nella memoria di tutti e che, ancora oggi, molti canticchiano. E questa canzone è “Il caffè della Peppina” che tratta di una ricetta alquanto rocambolesca su come fare un caffè. E pare che a Cerami questa canzone sia talmente rimasta nella mente di molti, tanto che qualcuno l’avrebbe “praticata” letteralmente. Ovviamente questa considerazione è frutto di tutto ciò che sta succedendo politicamente in questo piccolo paesino e che, grazie a quella sana pratica del “curtigghiu”, arriva anche alle nostre orecchie con tanto di dichiarazioni e materiale fotografico.
Oggetto del contendere un logo politico per le prossime amministrative.
A ben vedere un bel logo, con uno scorcio caratteristico di Cerami, due mani che si stringono, il classico tricolore e una colomba. E poi un bel nome: “Impegno Comune” (e sotto “Per Cerami”). Un nome simpatico che pare già esporre un programma. Peccato che non sia proprio “originale” in quanto l’espressione “Impegno Comune” è già stata utilizzata qualche anno prima a Nicosia per indicare una lista che appoggiava l’allora candidato e oggi Sindaco Luigi Bonelli. Non è quindi un’idea originale. Ma vabbè, nelle liste civiche siamo abituati a nomi più standardizzati che originali. Quindi sorvoliamo sull’aspetto del nome. Quello che ha scosso “maggiormente” gli spiriti degli elettori ceramesi (e che ci hanno segnalato) è un presunto “plagio”. E, come ne “Il caffè della Peppina”, anche qui sembrerebbe che qualcuno abbia messo un “ingrediente” con poca attenzione. E l’ “ingrediente del contendere” consiste nello scorcio ceramese che è riportato sul simbolo. Pare infatti (e qui al lettore forniamo una comparazione fotografica per poter farsi un’idea) che tale scorcio altro non sia che uno schizzo del celebre pittore ceramese Cesare Di Narda. Pare… anche se, a ben vedere, manca una cosa: la firma. Vedendo le due immagini sembra che la firma sia stata “nascosta” da quel nobile gesto delle mani che si stringono. Nobile gesto sì, ma se utilizzato per nascondere la paternità di un’opera, la nobiltà lascia spazio a ben altro.
Però lo Zecchino d’oro ci ha lasciato altre “perle” che a Cerami sembrano alquanto seguite. Pare che “per un ditino nel telefono” sia successo il finimondo. Esistendo, infatti, una seconda “agorà” su Facebook dove potersi incontrare “telefonicamente”, sembra che il logo “sventurato” abbia fatto una brutta fine, “trasformato” dopo varie altre segnalazioni (tra le quali provenienti anche dalla stessa figlia del maestro Di Narda). Facendo il confronto con quello apparso oggi, il disegno diventa foto, anche se sembra che ancora giri il vecchio logo, esistendo così ben due loghi!
Ovviamente questi sono fatti che ci sono stati segnalati e quindi, lungi dal dare un giudizio in merito su tutto ciò, lasciamo che siano i fatti a parlare (chi riporta i fatti deve semplicemente riportarli) e qualora qualcuno “dietro” questo logo volesse replicare, magari anche per far prevalere l’altro elemento del simbolo (la colomba che sicuramente rappresenta la pace), sa dove trovarci.
Alain Calò