“La misura del reddito minimo d’inserimento applicata nelle province di Caltanissetta ed Enna, coinvolge circa 1200 lavoratori impiegati in servizi di pubblica utilità. La sperimentazione nata alla fine degli anni 90 per fronteggiare la crisi delle aree maggiormente depresse avrebbe dovuto essere provvisoria, ma si è rivelata l’unico argine alle sacche di povertà. Non è ammissibile – continuano – che, ancora oggi a distanza di vent’anni, il parlamento non abbia voluto dare garanzie a questi lavoratori, così come invece avvenuto per i Pip palermitani. Per questo motivo – concludono – è doveroso che la tutela dei lavoratori del reddito minimo d’inserimento deve essere inserita nel ddl stralcio da votare dopo la finanziaria”.