Dell’icona trafugata ai Cappuccini ai primi del secolo scorso, raffigurante la “Fuga in Egitto” attribuita a Raffaello si è detto.
Dopo accurate ricerche di archivio condotte da Claudio Benintende e Gaetano Algozino, il mistero del presunto quadretto raffigurante la “Fuga in Egitto” (che sarebbe stato donato da Papa Urbano VIII ai coniugi Nicolò Placido e Caterina Branciforte in occasione delle loro nozze) sembra quasi parzialmente risolto. Il quadretto, che secondo molti critici e scrittori siciliani (tra cui spicca Vito Amico), dovrebbe essere di Scuola del Raffaello o attribuibile a Giuseppe Cesari, in arte il “Cavalier d’Arpino” (1568-1640), era collocato dentro un’artistica cornice esagonale ricca di preziosi e diamanti, e faceva da sfondo sfarzoso alla Cappella-Mausoleo della Principessa Caterina Branciforte all’interno della Chiesa dei Frati Minori Cappuccini.
Il prezioso quadretto, insieme alla “Elezione di Mattia” di Pietro Novelli e al Trittico del Giudizio universale del Beato Angelico, costituiva una delle principali attrattive per turisti e viaggiatori tra XVIII e XIX secolo. Trafugato in circostanze misteriose, il fatto venne denunziato dallo storico e poligrafo Calogero Vitanza presso la Società di Storia patria per la Sicilia orientale di Catania nell’aprile 1908, come si legge nel suo appassionante articolo “Per la tutela del nostro patrimonio artistico” pubblicato nel 1914 (ASSO, Vol. 11).
La foto in bianco e nero che pubblichiamo è stata reperita da Claudio Benintende presso gli archivi del Santuario di S. Maria dei miracoli di Milano. La didascalia della foto recita >.
Nonostante questa preziosa scoperta che riesce a darci un’idea della bellezza del quadro, i molteplici e laceranti interrogativi sull’autenticità dell’opera permangono . Fu la “Fuga in Egitto” di Leonforte veramente donata dal Papa Urbano VIII ai Branciforte, dato che negli Archivi Vaticani non v’è traccia di questa donazione come ha appurato dopo scrupolose ricerche il professore Giuseppe Nigrelli? Se si tratta della stessa opera, di Raffaello o della sua scuola, è stata venduta al Santuario milanese, oppure è migrata direttamente a Vienna?
Gabriella Grasso