Cgil Enna, Sigfrido Fadda: povertà che fare?

Nei giorni scorsi l’ISTAT ha fornito i dati sulla povertà in Italia i quali dovrebbero fare subito sobbalzare le Amministrazioni e le Istituzioni per la ricerca delle soluzioni. Infatti i più di 5 milioni di poveri non si erano mai visti dal 2015. Il Meridione risulta più penalizzato e le province deboli quali Enna, sono destinate a soffrire ancora di più. Su Enna non esistono, in merito, dati certi né da parte di Istituzioni Pubbliche, nè da parte di Associazioni o Enti privati.
Il Sindacato Pensionati della CGIL che ha la delega alla contrattazione sociale, lavorando sui dati ISTAT, estrapolandoli ed effettuando delle proiezioni, ritiene che in provincia ii poveri non dovrebbero essere inferiori a 14.148 unità e nella città capoluogo il numero si attesta a non meno di 2.272 persone. Numeri calcolati per difetto se rapportati alla non florida condizione economica ed occupazionale.
“Il RE.I. (Reddito di Inclusione) già operante in tutti i comuni italiani e il futuro Reddito di Cittadinanza che l’attuale Governo dovrebbe adottare, secondo Sigfrido Fadda, segretario provinciale dei pensionati CGIL, non risolve il problema della povertà. La soluzione è una e una sola: si chiama LAVORO“.
Questi provvedimenti sono pannicelli caldi e dopo un breve periodo, cronicizzano la povertà stessa rendendola strutturale. Certo, per le persone “diseredate”, “irrecuperabili” e “abbandonate a se stesse”, sono necessari provvedimenti di questo tipo, per gli altri, si rischia di fa fare la fine degli assistiti Reddito Minimo di Inserimento creato nel 1998 dall’allora ministro Livia Turco e poi diventato Cantieri di Servizio.
Le forzature e gli “abusi” verificatisi con il Reddito Minimo di Inserimento (di recente ricordati dalla stessa Livia Turco), rischiano di ripetersi; l’aumento del lavoro in nero e il dumping retributivo-salariale sono là in agguato.
La soluzione alla povertà, conclude Sigfrido Fadda (nella foto), è solamente il Lavoro. Lo stato metta in campo un piano specifico, senza rifugiarsi nell’assistenzialismo che produce sì, molti voti, ma non risolve il problema.
In provincia di Enna il costo del futuro Reddito di Cittadinanza dovrebbe aggirarsi intorno a 11 milioni euro al mese. Ci chiediamo se non sia meglio investire le stesse somme creando lavoro. Lavoro nella manutenzione delle strade, lavoro nella manutenzione del territorio contro il rischio idrogeologico, lavoro nella qualificazione degli edifici pubblici, lavoro nella manutenzione del patrimonio abitativo pubblico, lavoro nell’ammodernamento delle reti di distribuzione dell’acqua. Chiude Fadda: “questi interventi sono attuabili da subito”.