Troina, più decoro urbano con raccolta differenziata, meno nelle strade di campagna e la teoria del vetro rotto

Troina. Da quando è iniziata la raccolta differenziata in modalità porta, che nel mese di giugno ha raggiunto il 53,80% (118710 kg di rifiuti differenziati su 220670 kg di rifiuti totali), in sostituzione di quell’altra dai cassonetti su strada, che sono stati rimossi, non si vedono più gli accumuli di logori materassi, elettrodomestici ingombranti dismessi perché non più funzionanti, materiale di risulta dai lavori edili ed altri rifiuti in alcune zone del centro.

Là dove una volta, come in via Madonna del Soccorso, vicino al campetto di calcio, nello slargo di via Puglia sotto l’ex convento Sant’Agostino nell’incrocio di corso Enna, via Eugenio Montale e via Prof. Giuseppe Napoli, accanto all’abbeveratoio valle del quartiere Ramosuso, c’erano i cassonetti della spazzatura, si trovava di tutto non solo dentro i cassonetti, ma anche fuori dai cassonetti. Quei luoghi erano diventati delle discariche abusive. Che in tutto il centro urbano di cassonetti dove metter la spazzatura non se vedono più, può aver suscitato qualche malumore e qualche inconveniente. Dove deve buttarla, ad esempio, un forestiero di passaggio a Troina la spazzatura che eventualmente produce durante il suo breve soggiorno in paese? Ma non è un problema di quei pochi o molti forestieri che si trovano a passare da Troina. E’ un problema avvertito anche da chi abita in paese tutto l’anno. Non è un’esigenza di cui si conoscono le dimensioni, se siano in molti o in pochi ad avvertirla, ma ci sono quelli che ce l’hanno. Lungo le strade che conducono in campagna, come quella di contrada Marchellì, sulle scarpate di strade urbane, come quella tra le viale Vittorio Veneto e via Piave, si vedono sacchetti di spazzatura messi lì da chissà chi. Anche cumuli di materiale di risulta da lavori edili (sterri, materiali di demolizione, vasi e vasche da bagno rotti) si trovano ai bordi di alcune strade di campagna. E’ necessario individuare un posto da destinare a discarica degli inerti dove, in maniera controllata, si possa conferire questo materiale di risulta mettendo così al riparo da queste brutture le strade di campagna. La rimozione dei cassonetti dalla strada, dopo l’avvio della raccolta differenziata porta a porta, un vantaggio di non poco conto per il decoro urbano l’ha prodotto: discariche abusive di materiale ingombrante non se vedono più in via Madonna del Soccorso, nello slargo di via Puglia e vicino l’abbeveratoio di Ramosuso.

Queste forme di disordine urbano non ci sono più. E’ una conferma della teoria del vetro rotto empiricamente convalidata dagli esperimenti condotti prof. Philip Zimbardo, psicologo sociale dell’Università di Stanford (Usa) e dai suoi collaboratori. La macchina con il vetro posteggiata venne saccheggiata sia nel quartiere ricco sia nel quartiere povero. Il vetro rotto di una finestra o dello sportello di un’auto trasmette il messaggio di scarso interesse e di noncuranza e, quel che è peggio, incoraggia gli atti di vandalismo. Se un tale vede a terra della spazzatura, che nessuno raccoglie, le probabilità che quel tale vi ci butti il suo sacchetto di spazzatura è altissima. Ed è esattamente quello che accadeva quando ancora c’erano i cassonetti nello slargo di via Puglia, via Madonna del Soccorso, in via Giuseppe Di Napoli e via Eugenio Montale. Tra i troinesi, non molti ma in numero tale da far comunque danno, c’erano quelli che vedevano ammonticchiati televisori, lavatrici, materassi e altro attorno ai cassonetti, e non si facevano scrupolo di depositarci i propri rifiuti ingombranti. “Se lo fanno gli altri perché solo io non devo farlo?” si chiedeva, pur essendosi dato già la risposta, chi aveva già deciso di depositarli i rifiuti. Ora che di rifiuti ingombranti non se ne vedono più, perché non ci sono i cassonetti, attorno all’abbeveratoio Ramosuso, in via Madonna del Soccorso e nello slargo di via Puglia nessuno va a depositarvi rifiuti ingombranti. Ma per le strade di campagna? Vale la teoria del vetro rotto del prof. Zimbardo.

Silvano Privitera