Aidone. Chiesa di Sant’Anna evento: Fra Umile da Petralia Soprana, al secolo Giovanni Francesco Pintorno (1600-1638)

Aidone. “E’ assai singolare come a volte i sentieri dell’esistenza di gente apparentemente lontane, accomunate magari solo da profonde credenze di matrice spirituale, finiscano per sovrapporsi nell’angusto cerchio della sopravvivenza e riescano a creare, nell’ambito di un inconsapevole comune intento, simulacri inossidabili, punti di riferimento per le contemporanee e future generazioni costantemente in bilico tra esperienza religiosa e storia dell’arte. E quelle immagini, filtrate attraverso l’ingombrante gusto del particolare momento storico e l’alone dei vecchi secoli, ci sono spesso restituite con cristallina veridicità e trasparenza”, come nel caso del Crocifisso custodito nella chiesa di Sant’Anna.
Or dunque, fra qualche settimana, presso la Chiesa di Sant’Anna, si terrà un evento, su “ Il culto cristologico del Crocifisso nella religiosità popolare: come raccontarne la storia, la cultura e il patrimonio artistico del seicentesco Cristo di Aidone di fra’Umile Pintorno da Petralia Soprana ”, con relatori di un certo prestigio.
Frattànto, nell’ambito di un progetto per lo sviluppo turistico dal punto di vista artistico, culturale, enogastronomico e religioso nel territorio delle Madonie, ricco di storia e di cultura, il Lions club Madonie, in occasione del Gemellaggio con il Lions club di Crotone Marchesato, sulle orme di frate Umile da Petralia (al secolo Giovanni Francesco Pintorno, 1600-1638), religioso francescano, hanno proposto una Lectio Magistralis di Mons. Crispino Valenziano (presbitero della Diocesi di Cefalù, considerato uno dei massimi esperti a livello mondiale in arte sacra), dal titolo “Lettura iconografica della iconologia biblica di frate Umile da Petralia e della sua Scuola”, che si è tenuta in Petralia Soprana presso la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Matrice).
“La croce, simbolo cristiano per eccellenza, ha una forma ascensionale, che ben si attaglia a costituire il culmine di una forma elevata. La presenza di una croce o di un crocifisso rende un monte ancor più manifestamente sacro. D’altro canto gran parte della mistica cristiana ha il carattere di una prassi ascetica, cioè di un’ascesi, che di per se stessa indica la procedura volta al progredire verso gradi sempre maggiori di spiritualità, mortificazione, rinuncia. I percorsi ascensionali di questo tipo comportano una gradualità, scandita da una divisione in fasi, in tappe successive di avvicinamento e di innalzamento”.
“La croce è uno dei simboli fondamentali in campo religioso. I suoi bracci si intersecano in un centro e si iscrivono in un cerchio ma danno luogo anche ad un quadrato. La croce ha molte valenze simboliche: evoca la terra, su cui è infissa; è riferimento di partenza per ogni orientamento verso i punti cardinali; essa è sintesi e misura; è il cordone ombelicale del mondo legato alla sua origine; segna i luoghi sacri; sormonta gli altari e vi sottosta come punto d’intersezione delle strutture del tempio; è punto di irraggiamento; è elemento ascensionale, come una scala; è elemento di connessione, come un ponte; ricorda l’azione salvifica del Cristo; è speranza rivolta al cielo; è segno di sofferenza ma anche di amore per i nemici; è simbolo di passione e di resurrezione; dà la morte eppure dona la vita; è ignominia ed insieme regalità; segna una fine ed in pari tempo un inizio; è pure un omphalos, cioè punto di rottura dello spazio e del tempo; è polo del mondo ed impronta cosmica. In effetti la Croce assume i temi fondamentali della Bibbia. Essa è albero di vita, saggezza, legno (quello dell’arca, delle verghe di Mosè che fecero sgorgare l’acqua, l’albero piantato sul bordo delle acque correnti, legno cui è legato il serpente di bronzo). L’albero di vita simbolizza in modo reciprocamente scambievole il legno della Croce, da cui l’espressione usata dai Latini: sacramentum ligni vitae”.
Dalla seconda metà del 500, il Cristo sofferente raggiunge forme di drammaticità esasperata sotto l’influenza dei dettami della Controriforma. In questo alveo matura la personalità artistica di Giovan Francesco Pintorno da Petralia.
“Personalità ascetica e penitenziale, la sua opera si caratterizza per uno stile personale di grande drammaticità che enfatizza la sofferenza ed il dolore e che ebbero una grande fortuna nella Sicilia del XVII secolo. Il forte espressionismo del volto, l’enfasi data alle ferite, ai lividi ed al sangue, richiamano opere nordiche ma sono perfettamente inserite nelle direttive culturali della Controriforma, nei temi iconografici prediletti dei francescani, fin dal Medioevo, e nella cultura spagnoleggiante della Sicilia seicentesca”.
I suoi Crocifissi, più di trenta senza contare le attribuzioni incerte, si trovano in numerose chiese degli ordini religiosi che all’epoca, in Sicilia, avevano praticamente il monopolio della committenza artistica ma anche in Calabria, Campania, Puglia e Basilicata.

Nino Costanzo