In merito al rinvio a giudizio del Sindaco Dipietro e di alcuni suoi assessori e altri consiglieri comunali, il Partito Democratico ritiene di dovere evidenziare quanto di seguito riportato.
Questa situazione incresciosa e imbarazzante per la città l’ha voluta pienamente il Sindaco che non ha optato per il Rito abbreviato. Lui non è un semplice consigliere comunale, né un assessore. E’ il Primo Cittadino, il Sindaco, il Rappresentante Legale della Città e aveva il dovere di consegnare la verità processuale in tempi brevi.
Oggi ci troviamo, a parte alcuni componenti il Consiglio comunale, con più della metà della Giunta e il Sindaco in testa, in attesa di un processo, per un reato commesso contro l’Ente che amministrano e rappresentano.
Pur rispettando il ruolo e i tempi della Magistratura, ed offrendo tutte le precauzioni di una cultura garantista per cui tutti gli indagati sono innocenti fino a prova contraria, non possiamo sottacere il fatto che l’amministrazione non è neanche in grado di costituirsi legittimamente parte civile nel processo che li vede imputati.
Può un comune capoluogo rimanere sotto la spada di Damocle del processo? Possono i cittadini vivere questo imbarazzo?
Il Sindaco ha l’obbligo di dare risposte immediate, coerentemente con i proclami fatti, quando i termini legalità e legittimità erano i suoi preferiti.
Oggi, legalità, legittimità e politica chiedo una risposta conseguente. Il Sindaco e chi lo sostiene ne traggano le dovute conclusioni.
Nei prossimi giorni verrà ulteriormente approfondito il tema per le determinazioni del caso.