Un caffè con Luigi D’Alfonso Cottone, presidente Rotaract club Nicosia a.s. 2018/2019

Tempo fa, in un precedente incontro (con annesso caffè), abbiamo avuto il piacere di fare una interessante chiacchierata con Giovanni Carlisi, il già presidente del Rotaract club di Nicosia (nel termine tecnico del club si indica “past president” ma per un nostro affezionamento alla lingua italiana, abbiamo preferito usare la prima espressione). Abbiamo quindi voluto incontrare il nuovo Presidente del Club di Nicosia, Luigi D’Alfonso Cottone, con un nuovo annesso caffè, per fare una nuova chiacchierata. La curiosità è abbastanza evidente, perché sì è vero che alla fine saranno i fatti a contare, però già da un semplice scambio di vedute possiamo farci un’idea di cosa vedremo in questo anno.

Nell’intervista precedente a Giovanni Carlisi ho chiesto, per chiarire a tutti meglio le idee, che cosa sia il Rotaract club e che cosa sia il Rotaract club di Nicosia. Dato che stiamo parlando di “fatti”, volendo evitare quindi una ripetizione anche per non annoiare il pubblico, a te voglio chiedere innanzitutto che cos’è per te il Rotaract club? Perché sei entrato in questa realtà e non in una delle cento e passa realtà associative presenti a Nicosia?

Ti ringrazio per averlo chiesto: il Rotaract è per me un gruppo di amici, coetanei (dai 18 ai 30) che condividono alcune idee e che si scontrano su altre. Come una qualsiasi comitiva ci riuniamo, andiamo fuori città e andiamo in pizzeria. L’unica differenza è che noi cerchiamo di realizzare e mettere in atto quelle idee per realizzare qualcosa di utile per la nostra città, donare un servizio o semplicemente spronare gli altri a fare lo stesso, e la cosa che da sempre mi ha interessato è che il Rotaract può adattarsi camaleonticamente a qualsiasi iniziativa, di qualsiasi entità, purchè di servizio. Si, perché questa realtà è prima di tutto servizio, al di sopra dei propri interessi personali, e non è esattamente semplice trovare associazioni che disinteressatamente permettono di manifestare idee e progetti con tale eclettismo. Ecco perché ho scelto la mia “comitiva”.

 Quest’anno sarai Presidente, però ti abbiamo già conosciuto in diverse attività promosse dal Rotaract di Nicosia, quindi conosci, perché lo hai vissuto, il passato. Come reputi questo passato? Vedremo una presidenza di “rottura” o di “continuità” con il passato?

Giovanni è stato sicuramente un presidente eccellente. Ha saputo carpire dal tessuto sociale di Nicosia quali attività attecchissero effettivamente ad esso. La capacità che spero di ereditare grandemente è proprio questa, perché ciò ha portato il club di Nicosia ad essere un importante punto di riferimento nel distretto, quindi più che di “rottura” o “continuità” parlerei di eredità e come tutte le eredità ognuno apporta il proprio grado di innovazione o di tradizione.

Nicosia, lo sappiamo bene, è una realtà abbastanza particolare. È potenzialmente ricca ma, per diversi motivi, non riesce a “esplodere” e se lo fa è un fuoco di paglia. La tua Presidenza che cosa farà per Nicosia e la sua valorizzazione?

Ci siamo messi in testa ormai da anni di voler cambiare le cose. Abbiamo la presunzione sognatrice di dirlo ma pochi mezzi per farlo: uno di questi è il nostro impegno, che sarà speso totalmente per la valorizzazione di Nicosia, attraverso la creazione di alcune attività e il potenziamento di altre tradizionali o l’affiancamento stesso con altre realtà Nicosiane, perché credo, ma soprattutto crediamo, che l’unione faccia la forza, specie se si parla di valorizzazione.

 Abbiamo cominciato ad accennare ad una sorta di “programma”. E allora la domanda che penso tutti si aspettano. È vero che il preventivo difficilmente sarà uguale al consuntivo, ma qual è il preventivo?

Il preventivo in realtà è quasi sempre un mito. Mesi prima di indossare il collare da presidente si pensa di poter cambiare il mondo e ardere l’infinità delle cose, ma man mano che si avvicina il momento di indossarlo diminuisce il l’eccessivo delirio di fantasia e i piedi toccano terra sempre più. Ecco che si comincia a ponderare la realtà senza spegnere mai, però, quella fiamma che fungerà nel corso di tutto l’anno da motore, per dar vita a quella follia in più, a quel passo più lungo della gamba che poi riesce a fare la differenza.

 Si dice che ognuno di noi lascia su questa Terra, nonostante tutto, un’impronta. Non facciamo discorsi filosofici, a fronte di tutta la programmazione, qual è l’impronta che vuoi lasciare in questo Rotaract club e quindi, dato che operi in questo territorio, a Nicosia?

In questo Rotaract spero di incidere tanti sogni che mi porto dietro da moltissimo tempo, e spero che possano permanere nella mia eredità al Club. Non avrebbe senso se tali restassero però, quindi la speranza più grande, e l’impronta che spero di lasciare, è che essi si realizzino per il bene della nostra cittadina, e per i nostri stessi vicini, parenti, amici, conoscenti.

 Una domanda provocatoria: ma chi te lo fa fare? Nicosia, stando ai dati Istat, sembra destinata a morire. I giovani emigrano in massa. Le realtà presenti chiudono. Il paese si svuota e ancora qualche giovane prova a scommettere su questo territorio. È masochismo o altro?

Verissimo, chi me lo fa fare? Faccio anche io del sarcasmo su me stesso, ma dico che effettivamente una risposta non c’è e sono solo uno stupido ostinato a crederci e a spendermi così tanto perché, diciamocelo, non è sempre semplice vivere a Nicosia. Io per primo sono costretto ad avere ritmi paranormali per porre un bypass a quelle che sono le contingenze dello sfibrarsi del tessuto sociale, della distanza, della mancanza di infrastrutture, per riuscire a conciliare vari aspetti della mia vita. Però è così: la nostra città è madre quanto matrigna, vittima quanto carnefice, e potrei continuare all’infinito, nonostante ciò, la madre, è madre, e non si può non volerle bene, incondizionatamente. Ma io di condizione ne pongo solo una: il bene della mia città e fortunatamente le cose coincidono, quindi speriamo che ciò porti i frutti sperati.

 Un’ultima domanda: faccio parte del Rotaract, ma fa finta che sia un esterno… come mi convinceresti ad entrare in questo gruppo? Perché qualcuno dovrebbe abbracciare questa realtà?

Guarda, forse sono l’ultima persona capace di convincere qualcuno. Io stesso ero il più titubante e scettico, ma alla fine ci ho creduto. Credo molto nel Rotaract ed è questo l’unico messaggio che vorrei trasmettere, credeteci, in qualsiasi cosa: appassionatevi, accendete quel piccolo fuoco dentro di voi, poco importa per cosa bruci, ma se lo volete, noi possiamo essere il combustibile che farà esplodere i vostri fuochi.

Ringraziando Luigi D’Alfonso Cottone per questa interessante chiacchierata (nonché per il caffè), augurandogli buon lavoro per quest’anno, gli facciamo presente che, come la nottola di Minerva, noi saremo sempre attenti osservatori di come si evolverà questo club.

Alain Calò