Genova: crollo viadotto, tra i soccorritori l’ennese Emiliano Fadda – video

È crollato all’improvviso, verso mezzogiorno del 14 agosto: orario di punta. A sbriciolarsi 200 metri del ponte Morandi, che corre sulla A10 a Genova, nella zona di Sampierdarena, portando con sé tre oltre 35 auto, oltre a tre mezzi pesanti. Sono già molte le vittime accertate”, ha riferito il viceministro alle infrastrutture e ai trasporti, Edoardo Rixi: tra loro anche un bambino. Secondo i vigili del fuoco, sotto le macerie ci sono una ventina di mezzi e si segnalano fughe di gas: “Qui c’è l’inferno“, dicono i soccorritori. Tutti i mezzi di soccorso disponibili sono sul posto e anche le squadre cinofile e Usar, gli esperti di ricerca e soccorso tra le macerie urbane, sono state attivate dai vigili per intervenire. A causare il cedimento strutturale del viadotto, che ha un’altezza di quasi 50 metri sull’autostrada A10 e attraversa la Val Polcevera, potrebbe essere stato il violento nubifragio che ha colpito il capoluogo ligure questa mattina. Un testimone racconta di aver visto un fulmine “colpire” il ponte: notizia non confermata dalla Protezione civile. Momenti di panico in autostrada nel tratto prima del crollo tra gli automobilisti rimasti bloccati sulla carreggiata.

E tra i soccorritori anche Emiliano Fadda, di Enna ed in servizio presso i Vigili del fuoco di Torino, il quale, in elicottero, con la telecamera montata sul casco, ha immortalato questo tragico momento, guarda il video:
https://youtube.com/watch?v=xrehBWKc5EA
Abbiamo avuto un veloce scambio di battute con il padre di Emiliano, Sigfrido Fadda, colonna portante della CGIL di Enna, il quale a caldo ha sottolineato: “Credo, comunque, bisogna rivedere tutta la filosofia delle costruzioni in Italia. È utile aggirare gli ostacoli senza sventrare le montagne? È utile impiegare un mondo di cemento per costruire viadotto altissimi e impossibili? È utile costruire case e stabilimenti sotto i viadotti ? Perché i ponti costruiti 2.000 anni fa sono ancora in piedi e quelli di 50 anni fa collassano? Perché dopo i numerosi crolli quello punibile è solamente il destino. Sono tre domande ovvie e banali degli uomini della strada”.