Da quello che lei ha potuto constatare quali potrebbero essere le misure da adottare? “ Dal sopralluogo effettuato, potrebbe essere sufficiente il restringimento della carreggiata, concentrando il peso nella parte centrale e quindi facendo defluire il traffico veicolare centralmente, sempre a doppio senso di circolazione, rendendo così libere le parti laterali che sono le più fragili. Evidentemente tutto ciò attraverso una segnaletica adeguata e sarà pure diminuito il limite di velocità. Questa al momento- riferisce Alvano- potrebbe essere l’unica alternativa, considerando che non esistono strade alternative per baipassare il ponte e tenendo conto che la SP4 rappresenta uno degli assi viari più ad alto traffico della Provincia”.
E con quali soldi: “Abbiamo da tempo presentato per la Sp4 più di un progetto sia al Ministero per le infrastrutture che alla Regione Siciliana. Il Ministero ci ha già erogato una somma pari a 600 mila euro che rappresenta una goccia nell’oceano, ma che spenderemo per bitumazione ed altro, entro la prossima primavera, dopo aver espletato tutti i vari iter procedurali. Il nostro Ente purtroppo non ha risorse importanti per interventi strutturali”.
Ingegnere ritorniamo al viadotto Floristella ed ai giunti che saltano periodicamente, lo ritiene ammissibile dopo 11 anni di purgatorio?: “Quando si progetta un’opera lo si fa nel migliore dei modi e lo si fa in base ad una certa tipologia di traffico al momento esistente. Chiaramente se negli anni il traffico aumenta sensibilmente c’è una usura doppia di quella che dovrebbe esserci, se aggiungiamo poi che quel tratto dovrebbe essere transitato a velocità moderata invece dei 120 all’ora, ecco che nascono i problemi. Tuttavia per superare il problema è intenzione dell’Ente, non appena ci sarà la possibilità economica, sostituire tutti i giunti con quelli che si usano in autostrada”.
Un ultima domanda, il collaudo del viadotto è avvenuto o no?: quello statico sì, quello economico amministrativo ancora no, non è stato fatto appunto per i problemi esistenti”.
Rino Caltagirone