La commerciante ha aperto nel 2006 un conto corrente in una filiale di Piazza Armerina della Banca Antonveneta, poi divenuta Mps. L’attività è cessata nel 2010 e nel 2013 la banca ha chiesto un residuo non pagato del conto corrente, che da qualche migliaio di euro era lievitato a più di diecimila, per l’applicazione di interessi, oneri e commissioni bancarie. Per tutelare la propria posizione la donna si è rivolta allo studio legale dell’avvocato catanese Giuseppe Lipera, che ha reso noto la vicenda, assistita dal penalista Salvatore Cavallaro. Dall’analisi della documentazione bancaria esperti contabili della commerciante hanno ritenuto l’applicazione di tassi usurari e di interessi anatocistici. Il debito contestato da Mps nel frattempo è arrivato a quasi 30 mila euro.
Riprendiamo e pubblichiamo dal quotidiano La Sicilia