Lo si capisce leggendo la lettera che AcquaEnna ha inviato sabato 14 settembre a Siciliacque direttamente e per conoscenza all’ Asp di Enna, Consorzio Ato n. 5 di Enna e sindaco del comune di Troina. Che manda a dire con questa lettera a Siciliacque? Comunica che «il colore non accettabile giallognolo permane nelle acque fornite da Siciliacque, come da accertamenti svolti dal Sian dell’ Asp di Enna, giusta nota prot. 31282 in data odierna».
Dunque se l acqua arriva a Troina di colore giallognolo, la responsabilità non è di Acquaenna ma di Siciliacque che gliela fornisce. Si lamenta inoltre che tutto questo vanifica ogni tentativo che fa per tenere puliti i serbatoi e le condotte principali di sua competenza. E chiede infine a Siciliacque di farle sapere cosa ha fatto o sta facendo per riportare «il colore dell’ acqua entro i limiti di legge». Da Siciliacque, al momento, non è venuta alcuna risposta.
Intanto i troinesi svuotano i supermercati delle confezioni di acqua minerale, che usano non solo per bere, ma anche per cucinare. E poi ci sono quelli che si chiedono allarmati quale acqua usano i panificatori, ristoratori e baristi e se c’ è qualcuno che li controlla. Ci sono altri che propongono di sciogliere il contratto con AcquaEnna.
Non mancano quelli che pensano sia giusto chiedere ad AcquaEnna di non mettere in bolletta il costo dell’ acqua torbida fornita nei giorni, che ormai si contano in settimana, in cui ne è vietato l’ uso per bere e cucinare. Altri hanno già raccolto adesioni per avviare nei confronti di AcquaEnna il procedimento di mediazione previsto dall’ art. 4 del decreto legislativo del 28 gennaio 2010 «per inadempimento contratto di somministrazione, ripetizione indebito pagamento e risarcimento danni».
Silvano Privitera – collaboratore La Sicilia