Agira.
Storicamente il Vaticano è sempre stato estremamente cauto su eventi paranormali di questo tipo, ben conoscendo quanto possa essere suggestionabile l’animo di un credente. Basti pensare che neanche al famoso scioglimento del sangue di San Gennaro a Napoli, che si è ripetuto mercoledì scorso (e che il Cicap ha peraltro spiegato scientificamente), ha mai riconosciuto lo status di «miracolo», ma di “semplice” «prodigio»; consentendone la venerazione popolare, più a furor di popolo che per un’attenta diagnosi del rito della liquefazione. San Filippo, di origini siriane, è uno dei diversi santi «neri» adorati sull’isola, come San Calogero ad Agrigento: venne inviato ad Agira nel V secolo dopo Cristo, per sconfiggere le forze del male e il paganesimo diffuso. Il vescovo di Nicosia Salvatore Muratore, informato del fenomeno “metafisico”, ha chiesto la massima cautela nell’affrontare la questione con i parrocchiani: perché il sudore del predicatore esorcista venga eventualmente riconosciuto come tale, e quindi espressione di un messaggio divino, saranno necessari mesi di rigorosi accertamenti tecnici e teologici da parte di un’apposita commissione clericale. Fino ad allora, è bene tenere a mente un fondamentale concetto filosofico: ciò che non è spiegabile, non è detto che non lo diventi in futuro con lo sviluppo della conoscenza umana. E, comunque, nulla – se non la fede – può autorizzarci a trarre conclusioni affrettate sull’origine trascendente di ciò che è (ancora) avvolto dal mistero.
Giuseppe Gaetano per il Corriere della Sera