Altri guai, dunque, per la maestra vicina ai centri sociali. Per il possesso della droga è stata segnalata amministrativamente. È stata lei a indicare ai poliziotti del commissariato lo stupefacente, lasciato in bella mostra sul tavolo della cucina. Inoltre è stata trovata in possesso di un «Grinder» ovvero un attrezzo da cucina che serve a sminuzzare vegetali, ma anche la marijuana.
Flavia Lavinia Cassaro, sospesa dall’insegnamento dopo il clamore suscitato dalle sue frasi contro la polizia ripetute di fronte alle telecamere di Mediaset, lo scorso giugno era stata licenziata. Con la motivazione di aver agito «in grave contrasto con i doveri inerenti alla funzione di educatrice nonché per attività dolosa che ha arrecato grave pregiudizio alla Scuola e alla pubblica amministrazione». Inoltre si è ritrovata indagata per oltraggio nell’ambito dell’inchiesta sugli scontri tra polizia e antagonisti avvenuti la sera del 22 febbraio, quando le forze dell’ordine cercarono di impedire al corteo antifascista di raggiungere l’hotel Nh di corso Vittorio dove era in corso un comizio di CasaPound. Incontrando i giornalisti, pochi giorni dopo la notifica del provvedimento di «destituzione», l’insegnate, assistita dal sindacato Cub Scuola, aveva detto: «Ho fatto una sciocchezza, ma il licenziamento è eccessivo. È una punizione ingiusta rispetto all’errore che ho commesso». Pochi giorni fa il sindacato di polizia Siulp si è costituito parte civile nel procedimento penale per la guerriglia scoppiata tra corso Vittorio e piazza Statuto il 22 febbraio. L’azione legale contro gli imputati è una presa di posizione da parte del sindacato a tutela dei poliziotti rimasti feriti negli scontri.
Massimiliano Peggio per La Stampa