Valguarnera. Rosario Laisa si libera dalle catene: si è aperto uno spiraglio per le cure di suo figlio

Valguarnera. Rosario Laisa ieri sera verso le 17 si è liberato dalle catene che lo tenevano legato da tre giorni ad un palo del Municipio. Il suo grido di dolore e la sua richiesta di aiuto al mondo intero è stata accolta dalla comunità terapeutica”Noema” di Caltagirone che prenderà già da lunedì in consegna il figlio 22enne Carmelo per essere curato. Ieri pomeriggio due dirigenti della casa di cura hanno manifestato tutta la loro disponibilità, ad ospitare il ragazzo presso la loro struttura. Per questo progetto riabilitativo è stato decisivo però il “nullaosta” dello stesso Carmelo, il quale forse in un momento di lucidità si è reso conto che ormai sia la sua vita che quella della propria famiglia era diventata un vero e proprio calvario ed ha deciso quindi volontariamente di farsi curare. Un gesto diremmo d’amore, verso se stesso che nei confronti del suo nucleo familiare. Bisognerà vedere però se reggerà, se Carmelo manterrà le promesse perché non trattandosi di un centro di detenzione, ma di una casa aperta, il ragazzo sarà libero di muoversi come vuole, anche di andarsene. Ma il protagonista assoluto di questa triste storia è stata la famiglia e in particolare il papà Rosario che per attirare su di sé le attenzioni dei mass media e delle massime istituzioni locali, provinciali e regionali ha deciso di incatenarsi. Attenzione, ma non per accusare delle continue violenze il proprio figlio, ma per far sì che venisse aiutato e curato. La sua richiesta d’aiuto sin dal primo momento in cui si è incatenato è stata: “aiutate mio figlio, scongiurate una tragedia”. Carmelo, come abbiamo accennato nei giorni scorsi, oltre ad essere tossicodipendente, soffre di squilibri mentali, si parla di schizofrenia, patologie che hanno reso da tempo difficilissima la vita in famiglia. Il papà ha raccontato a tutti il suo dramma familiare e personale parlando di attacchi violenti e percosse del figlio nei suoi confronti, tanto da essere stato costretto più volte a ricorrere alle cure ospedaliere. Violenze registratesi, non solo tra le mura domestiche ma anche per strada e senza motivi ben precisi. Ben conosciuto dalle forze dell’ordine e denunziato più volte all’autorità giudiziaria per vari reati, è stato sottoposto anche a TSO, ma dopo un periodo di tempo è tornato tutto come prima. Il Tribunale di Enna, essendo il soggetto incompatibile col regime carcerario, ne ha disposto in più occasioni il trasferimento presso strutture Rems (centri riabilitativi per malati psichici) ma in Sicilia purtroppo non si è trovato posto. Adesso quando sembrava crollare per questa famiglia il mondo addosso, visto anche l’assordante silenzio di molte istituzioni, si apre uno spiraglio. Auspicando che Carmelo lunedì mattina non cambi idea e che con le cure di esperti sanitari possa tornare un ragazzo normale.

Rino Caltagirone