Centuripe, era stato sequestrato come falso nel 1992: era un vaso di 2200 anni fa

“Il vaso di Centuripe non è un falso”. Così i ricercatori siciliani riscoprono l’autenticità di un prezioso reperto sequestrato dalla Guardia di finanza nel 1992. L’archeologia sposa la tecnologia grazie al lavoro dei ricercatori dell’Ibam Cnr di Catania, con il fisico Paolo Romano e l’archeologo Giacomo Biondi, e un sofisticato scanner landis-x, progettato e sviluppato dall’Ibam con Laboratori nazionali del Sud (Lns-Infn) di Catania che hanno svelato l’autenticità di un vaso appartenente a un corredo funerario, razziato dai tombaroli e immesso nel mercato illegale. Un vaso che raffigura il rapimento di una fanciulla (forse la donna morta a cui era dedicato) attorniata da altre figure: quasi un “quadro” che anticipa la pittura pompeiana. “Da qualche anno – dice il direttore Cnr Daniele Malfitana – ci occupiamo dei vasi di Centuripe perché, anche se esibiti nei musei di tutto il mondo come pezzi rari, non se ne conosce sempre la provenienza. Sono 150 i vasi centuripini prodotti tra il 250 e il 100 avanti Cristo di cui solamente una decina sottoposti ad una accurata analisi per verificarne l’autenticità”. In questi anni, sono stati numerosi i falsi prodotti anche perché ognuno di questi vasi ha enorme valore nel mercato d’arte: basti pensare che, in occasione di un’asta di 18 anni fa, una pisside di Centuripe venne acquistata per 171.000 dollari. “Le pitture di alcuni vasi – prosegue Malfitana – anche se autentici, possono essere state ridipinte. Celebre è il caso di autentici vasi antichi ridipinti in età moderna, che finirono in dono a Benito Mussolini e che ingannarono i maggiori storici dell’arte e archeologi dell’epoca”. Così il vaso di Centuripe sequestrato nel 1992 venne erroneamente considerato falso e conservato nei magazzini dell’ex Manifattura Tabacchi di Catania e sarà presto esposto al pubblico.

di ISABELLA DI BARTOLO per Repubblica Palermo