Fillea Cgil Enna su dissesto idrogeologico fragilità del territorio

Il segretario provinciale della Fillea Cgil interviene sul dissesto idrogeologico, che interessa anche la provincia di Enna. “E’ assurdo perdere la vita per le avverse condizioni meteo, è assurdo vedere crollare la propria abitazione o vedere distruggere la propria azienda a causa di una frana, è sconcertante assistere, nel 2018, a delle tragedie per un nubifragio”. Il riassetto idrogeologico e la messa in sicurezza del territorio, deve essere un asse portante e fondamentale nell’agenda politica nazionale. E’ di vitale importanza avviare un piano straordinario di opere per la messa in sicurezza del territorio. Assistiamo – prosegue Schilirò – anche in provincia di Enna, a continui disastri idrogeologici, a frane, a strade divelte, ad importanti arterie chiuse al traffico veicolare di cui non si conosceranno i tempi della loro riapertura. Il dissesto idrogeologico comprende essenzialmente due categorie di eventi ovvero le frane e le alluvioni. In provincia di Enna, registriamo la chiusura di tante strade, specie le provinciali, perché non si avviano delle vere e proprie manutenzioni e perchè non si mette in sicurezza il territorio. Le strade vengono chiuse, i ponti continuano a crollare, le frane ostacolano le vie di comunicazioni, i cantieri per la messa in sicurezza del territorio non partono e i lavoratori edili continuano a disperarsi perché non riescono a trovare occupazione. “Riteniamo – aggiunge Schilirò – che sia necessario impegnare annualmente, a livello nazionale e per vent’anni, una somma pari a 2 miliardi di euro per procedere a quella manutenzione e messa in sicurezza del territorio che consentirebbe risparmi laddove si procedesse al recupero preventivo dei dissesti di evidente pericolo. Nel solo triennio 2010-2012 il costo complessivo dei danni provocati da eventi franosi ed alluvioni in Italia è stato pari a 7,5 miliardi di euro pertanto il costo della prevenzione garantirebbe, alla lunga, maggiori economie di quanto non si spenda attualmente per il recupero, non sottovalutando inoltre che la messa in sicurezza del territorio si tradurrebbe in minori rischi per la vita delle persone. Nella relazione al Congresso della Fillea di Enna – conclude Schilirò – ho citato i dati della disoccupazione edile che rendono poveri i lavoratori edili, dove si evince che dal 2006 al 2018 si sono persi 12 milioni di euro di massa salari, dove si sono persi tantissimi posti di lavoro e il 50 % di imprese edili in meno. Con il Piano per il Sud erano previsti in Sicilia 5 miliardi di euro di investimenti per infrastrutture, per la messa in sicurezza del territorio, per la ristrutturazione di edifici pubblici ecc. Ma ad oggi è tutto fermo. Pertanto come Fillea Cgil di Enna chiediamo che vengano sbloccati i fondi per far partire i cantieri edili e per far ripartire l’edilizia e quindi il lavoro”.